venerdì 23 ottobre 2009

Colpito l' "Angiol d'or"... brucia il campanile del duomo di Parma




ORE 2,29: IL DUOMO COLPITO DAL FULMINE - Il maltempo che colpisce Parma da oltre 24 ore ha fatto una vittima illustre. Un fulmine ha centrato l' "Angiol d'or"che campeggia sul campanile del Duomo di Parma.
[...] Il fulmine si è scaricato durante la notte, e il successivo rumore di tuono si è avvertito in larga parte della città.
Gli accertamenti sono ora rivolti soprattutto alle condizioni della parte alta del campanile: la statua e la cuspide, per le quali si teme la possibilità di un crollo. [...]

COLPITA LA CROCE - Il fulmine si è scaricato alle 2,29, e a quell'ora si è bloccato l'orologio della Cattedrale (così come avvenne, lo ricorderanno i parmigiani meno giovani, per la scossa di terremoto dell'estate 1971). La saetta si è diretta sulla croce che l'Angiol d'or tiene in mano. Si è anche originato un principio d'incendio[...]

CHI E' L'ANGELO D'ORO - L’Angiol d'or (o Angiolèn dal Dòm) è in realtà l'angelo Raffaele. E quella attualmente sul campanile della cattedrale è una copia collocata ai primi del 1900.
L’originale del 1200 era collocato all’interno della Cattedrale su una colonna, ora si trova al Museo Diocesano e accoglie, con le sue grandi ali, i visitatori (come dice il sito della Diocesi).

IL CAMPANILE - Il campanile della Cattedrale fu eretto tra il 1284 e il 1291 per volontà del Vescovo Obizzo Sanvitale, a seguito della demolizione della precedente torre campanaria. In cima al campanile era posto appunto l'Angelo d'oro, una grande scultura oggi sostituita da una copia. L’attuale campanile misura - anche per dare un'idea dell'intervento dei vigili del fuoco - poco meno meno di 65 metri.

"L’Angiolén dal Dom" è uno dei simboli di Parma.

LA STORIA - La prima volta in cui Parma sentì parlare di lui era il 1294. Fu in quell’anno che l’ “Angiol d’or”, la grande scultura in rame dorato raffigurante San Raffaele, venne collocato sulla guglia piramidale della torre campanaria del Duomo, ultimata proprio in quell’anno. Da subito, la scultura, divenne uno dei simboli della città.
Quel Santo, avvolto in una stola aderente al corpo e che sostiene con la mano destra l’asta di una croce e con l’altra un lembo della sua veste, è rimasto lì per secoli, come una presenza protettiva pronta a vegliare dall’alto sulla città.
L’azione dannosa degli agenti atmosferici e il rischio di un lento processo di deterioramento ha fatto sì che, intorno alla metà degli anni Quaranta, si maturasse l’idea di un intervento finalizzato al recupero dell’opera d’arte, volto a scongiurare il pericolo di ulteriori danneggiamenti.
Dalla scultura originale, nata nel 1293 nella fonderia di campane Bernardino da Sacca, venne così ricavata una copia, quella stessa che dal 1962 occupa il posto sulla guglia del Duomo, dove si trova tutt’ora.
Prima posizionato su un capitello della navata centrale del Duomo, circa due anni fa la scultura originale è stata spostata al Museo diocesano di Parma, a cui è tuttora affidata.
Forse quel volto giovanile e così sereno dell’angelo o forse la sua semplice presenza, capace di attraversare i secoli, ha fatto della scultura un rassicurante simbolo della città. Fu nel Natale del 2006, ad esempio, che proprio la riproduzione dell’arcangelo Raffaele venne scelta per svettare dal tradizionale albero di Natale del Comune, quell’anno alto ben 22 metri. Decorato con simboli che richiamassero la Cattedrale, nessuno meglio dell’ “Angiolén dal Dom” poteva infatti svolgere meglio quel compito, tornando a controllare così dall’alto la città, anche se in quel caso per poche settimane.

LA POESIA - E' da sempre caro al cuore dei parmigiani. Qui vi proponiamo l'omaggio che all'Angiol dal Dòm fu dedicato da uno dei più grandi poeti dialettali di Parma, Alfredo Zerbini: un inno alla pace ancora attualissimo.

ALFREDO ZERBINI

L’angiol dal Dom


L’angiol tra ’d lu al pensäva seri seri:
– Con tutt stj areoplàn, chì su ghe scota!
Quand i m’én söra a trèmma al Batisteri,
la Torra, al Dom, San Zvan e la Pilota...

Ah! Povra la me Pärma! Con stil gueri
an t’n’è pu ben gnan ti, né ’d dì né ’d nota!
Quant’ crözi novi at gh’è int al simiteri!
Quant bej gionvot a t’à robè sta lota!

Mi an son che ’n angiol ’d ram e sensa cor,
epur a pregh, a fagh tutt coll ch’as pöl
par tgnir lontàn da ti tutt i dolor!

Mo l’òm, ch’l’è ’n angiol viv, s’al spicca al völ,
inveci ad färes bel davanti al Sgnör,
s’al gh’la caviss, al te bombärda al söl! –


Da: Alfredo Zerbini, “Tutte le poesie”, Parma, Battei, 1982 (edizione dell’opera omnia, con introduzione di Gino Marchi e prefazione di Italo Petrolini; disegni originali di Piero Furlotti, Silvano Manfredi, Latino Barilli).

da la Gazzetta di Parma.

-Cronaca Repubblica Parma .

-Foto com'era

"Non tutto il male viene per nuocere "

Sotto le lastre di rame, divelte dall'incendio, è spuntata la copertura romanica originaria del campanile ...una meraviglia!

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