mercoledì 11 aprile 2012

Lega: il declino del senatur e della sua famiglia

Il tramonto
Marilena Nardi

 Le dimissioni da segretario federale della Lega
 Il 5 aprile 2012 Bossi travolto dagli scandali si dimette da segretario federale del partito. L'inchiesta delle Procure di Milano, Napoli e Reggio Calabria  ha fatto emergere che parte dei soldi della Lega Nord sarebbero stati utilizzati dalla famiglia Bossi. Nel corso del medesimo Consiglio Federale durante il quale rassegna le proprie dimissioni, viene però nominato Presidente della Lega Nord, succedendo a Angelo Alessandri. Nel ruolo di Segretario Federale, gli succede un triumvirato composto da Roberto Maroni, Roberto Calderoli e Manuela Dal Lago.

 
The family
PORTOS / Franco Portinari

 
La fine giustifica il mezzo
Mauro Biani
 


involuzionismo
fabio magnasciutti




SERGIO STAINO

Lega pota…pota
di Nadia Redoglia
Finalmente abbiamo capito perché il trota’s papi insisteva a mostrare quel dito. Gli avevano detto che “in medio stat virtus” e così si persuase che bastava mostrarlo per convincere i suoi fan(atici) verdi, armati e cornuti (oggi pure mazziati), della sua virtuosa onestà distillata in ampolle. Per chiudere il cerchio (delle sóle delle Alpi) ora ci manca solo più di sapere che gli hanno spacciato in merito ai vaffa verbali e gestualizzati, del tricolore a mo’ di carta igienica, delle minacce di morte e/o lesioni sparse un po’ ovunque, oltre ad ampollosi ammennicoli sui generis, che elargisce da 28 anni soprattutto a coloro che il suo papi-compare già nomò…coglioni. Ma, a ben vedere: ci interessa qualchecosa? Non più. Il celoduro, adesso più nudo che puro, s’è (stato?) evirato, anzi triunvirato. E non ce l’ha chiesto neanche l’Europa! (che già di suo sta bene, visto che tra i suoi membri rappresentativi siede un eretto (pardon eletto) Borghezio).
Sapete che c’è (ci sarebbe) quanto al “qualcosina” che dovrebbe (veramente) interessarci? Il fatto che per ben 28 anni abbiamo consegnato il Paese nelle mani di questi “papi”.
Po(r)ta (e) Pia non ci ha proprio insegnato niente.
 6 aprile 2012




Vincino








VAURO



Giannelli Corriere della sera




FAMIGLIA PADANS.Nico Pillinini


Lega ladrona
Nico Pillinini



Fine di un dito
Mauro Patorno


Fuoco amico
Marco Careddu

Il trota
Tiziano Riverso

a spicchio a spicchio...
Tiziano Riverso


Aggravante
CeciGian




RISTRUTTURAZIONE MENTALE CERCASI
Non esiste un politico che si accorga
di avere gli operai dentro casa.
Se a casa nostra viene un falegname o un muratore per mezz'ora, crea scompiglio e confusione
... a casa loro, invece, buttano giù pareti, cambiano stanze e pavimenti senza che nessuno li veda.
E soprattutto senza che nessuno li paghi !!!
Roberto Mangosi


Giorgio Forattini


Paride Puglia


Inserzione a pagamento
Il tesoriere della Lega Nord (con i soldi pubblici) finanziava la famiglia Bossi. Ovviamente a loro insaputa.
Marco Tonus





Pesce d'aprile
PORTOS / Franco Portinari



Favole - da Il Fatto Quotidiano - www.natangelo.it


la verità - da il Misfatto - www.natangelo.it


Web awards: è padano il più Belsito
www.gianfalco.it



L'irresistibile vento del nord
www.gianfalco.it

 
5 aprile 2012
Muore la Lega, e dopo?
Di Ferdinando Camon
Non cambia niente: non hanno cacciato Bossi, lo han promosso presidente. Non han cacciato Calderoli, anche lui citato tra quelli che avrebbero intascato soldi: lo han messo nel triumvirato che guida la Lega. Non sparisce nessuno, restano tutti. E allora tiriamo le somme. La Lega ha ucciso la prima repubblica, e la famiglia Bossi uccide la Lega. La Lega Nord nacque mangiandosi la Liga Veneta e diventando un partitone, irrinunciabile per chiunque, D’Alema o Berlusconi, volesse governare. Lanciava parole d’ordine feroci, anti-romane, anti-meridionali, anti-italiane, anti-costituzionali, anti-immigrati, razziste, separatiste, secessioniste, per la castrazione, per la pena di morte, per le cannonate sui barconi, per essere padroni in casa nostra, per la morte ai mafiosi e ai camorristi, per l’odio ai meridionali più ancora che agli africani, per i soldi, contro le tasse, per l’Italia del Nord da non lasciare né a Roma né a Bongo Bongo. Tutte le battaglie si riassumevano in una sola parola: soldi. I soldi del Nord dovevano restare al Nord. Ma allora, dicevano i ministri del Sud, dobbiamo chiudere gli ospedali della Puglia? Della Campania? I malati del Sud devono morire? Deputati e ministri della Lega rispondevano: «Che crepino!».  Il leghismo è nato sull’egoismo. A ognuno il suo. I meridionali e gli immigranti che vengono qui, e non hanno né soldi né lavoro né cibo, fanno pena ma anche schifo: vengono a fare i parassiti, a vivere a spese nostre, a curarsi nei nostri ospedali, e noi tutti a pagare come Pantalone. Il leghismo ha fatto abortire l’Italia unita, ha paralizzato il Parlamento, ha insultato la Costituzione, i codici, le leggi, l’Agenzia delle Entrate. Era il leghismo nascente. Ora il leghismo maturo, e ormai marcio, fa morire la seconda repubblica, per le stesse ragioni, aggravate: se Bossi si ristruttura la casa, dobbiamo pagarla noi? Se suo figlio è ignorante e non riesce a superare la Maturità, dobbiamo pagare noi? (e qui non si capisce bene, pagare cosa, le ripetizioni?). E se questo figlio, pluribocciato, vuol fare il consigliere regionale, dobbiamo pagargli noi i 12mila euro al mese? Noi che licenziamo, noi che abbiamo figli precari, noi che ci suicidiamo, sparandoci addosso o dandoci fuoco? E poi: tra i partiti della prima repubblica, che rubavano allo Stato per arricchire le correnti, e la Lega, che ruba allo Stato per arricchire la famiglia del leader, cos’è più grave? La Lega, certamente.  Stando a quel che vien fuori mentre scrivo. Un partito che sottrae soldi allo Stato, se le accuse restano queste, per darli alla famiglia del capo, fa di quella famiglia una famiglia reale, alla quale noi sudditi dobbiamo soldi, tributi, venerazione e obbedienza. Monarca assoluto, il capo resta capo anche se un ictus gli blocca il sangue, lo fa barcollante e malparlante. È capo a vita, come il papa. Come sempre succede nelle monarchie assolute, quando il capo è incapace d’intendere, la corte gli subentra di nascosto, fa tutto in segreto e scarica tutto su di lui. Alti dirigenti della Lega, incavolati, parlano di “circonvenzione d’incapace”. A questo punto, non basta sostituire un uomo o un gruppo, è il partito che va sciolto e reimpostato. La Lega Nord deve risalire a ritroso nella sua storia e trovare il punto della deviazione, ripartire da lì. Il punto è la distruzione della Liga Veneta e della Lega Piemontese, tutto il potere a Bossi, l’impostazione dittatoriale, l’azzeramento della base, il delirio degli slogan al posto dei programmi. Il vertice del delirio si ebbe con l’estromissione del senatore Miglio, che aveva quel minimo d’intelligenza costituzionale che nessun altro nel partito ha. L’estromissione di Miglio sta al leghismo come l’omicidio di Trotsky sta al comunismo. La Lega deve morire come Lega e rinascere come Leghe. Facendo questo, deve crearsi un museo, dove l’ampolla del Po e i manifesti razzisti e le sparate contro i morenti di fame che arrivano qui e gli insulti alla Costituzione devono stare nella stanzetta della vergogna. Anzi, stanzone. E non può essere un partito che governa la nazione: che cosa gliene frega, a Sicilia e Campania e Sardegna, di programmi pensati ad uso dei veneti e dei lombardi? Se vai al parlamento nazionale, ragioni nazionalmente. Se no, resti a casa, a fare il sindaco.

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Scandalo Lega, Bossi si dimette.

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