lunedì 29 ottobre 2012

Artefacto 55: intervista con Felipe Cortazàr


ARTEFACTO 55. Ya está lista la revista virtual gratuita para todos los amantes de la caricatura, el humor gráfico, el diseño y la ilustración. Pueden descargarla gratis desde aquí:
 http://artefacto.deartistas.com/artefacto-nro-55/

Felipe Cortàzar
Entrevista: Omar ZEVALLOS
-¿Te consideras un ilustrador o un
diseñador gráfico?

En realidad ambas cosas. En el caso de las
piezas gráficas que tienen ilustración, que
son básicamente para actividades
culturales siempre están al servicio de...
-Pero me refería a que en estos tiempos,
los ilustradores están prácticamente
dedicados sólo a la ilustración.
El valor de la imagen es lo que tiene valor
para mí, el trabajo que hago tiene una
estética y tiene que ver con la satisfacción
del cliente. Me interesa hacer pensar a la
gente con mis ilustraciones.






by FELIPE CORTÀZAR




http://omarzevallos.blogspot.com/
http://artefacto.deartistas.com/

sabato 27 ottobre 2012

Berlusconi: ritirato, condannato, ritornato

beep beep!

25 Oct: ... un passo indietro, ma velocissimo!... la notizia: il ritiro!
26 Oct: ... sosta, fermo è tutto orecchi! ... la notizia: la condanna!
27 Oct: ... un passo avanti,  ma velocissimo!... la notizia: si ripresenta ma non come premier

Marilena Nardi


Non gioca
Berlusconi
Mauro Biani


Postcards
W la fuga
 PORTOS / Franco Portinari
Etichette: berlusconi, postcards, ritiro, ritiro Berlusconi




sabato 27 ottobre 2012
Postcards. Berlusconi:"Torno in campo"
PORTOS / Franco Portinari


Tiziano Riverso

Tiziano Riverso

Tiziano Riverso


giovedì 25 ottobre 2012
MONUMENTI
Lucia Annunziata a "TUTTALACITTA'" commenta il ritiro di Berlusconi e lo definisce comunque un grand'uomo della politica italiana destinato ad essere ricordato nella Storia.
Gianfranco Uber

sabato 27 ottobre 2012
L'INCOMPIUTA
Repentino ripensamento di Berlusconi sul suo ritiro. La Condanna per frode fiscale, subita altrettanto repentinamente, lo ha fatto riflettere sul mancato raggiungimento di uno degli obbiettivi più importanti di tutta la sua discesa in campo.
Gianfranco Uber


Umberto Romaniello

Umberto Romaniello


Umberto Romaniello


Umberto Romaniello



Nicola Bucci "Bucnic"


laSCIA - fabiomagnasciutti

Treat - fabiomagnasciutti

quattro anni e non scontarli -fabiomagnasciutti


tu riscendi dalle stalle
fabiomagnasciutti


Maramotti - L'Unità



Il ritiro di mister b
Mario Natangelo www.natangelo.it


Condanna al rallentatore (siamo seri)- Il Fatto Quotidiano - www.natangelo.it


venerdì 26 ottobre 2012
Dedicata a Enzo Biagi

C'è un bell'articolo sul Financial Times sul nostro sistema giudiziario, che prende spunto dalla condanna di Berlusconi. Si conclude che dopo i vari gradi d'appello, la possibilità di conferma della condanna è zero, mentre è quasi certo che il reato cadrà in prescrizione. Purtroppo né la politica né la giustizia sono credibili, ormai da tempo. Mi spiace per chi gioisce di questa condanna, i problemi sono alla radice del nostro modo di vivere e comportarci, polarizzato, partigiano, esibizionista e gridato comunque. Berlusconi è un foruncolo cresciuto su un Paese malato. Solo se in Italia esiste uno spostamento culturale dove la gente si impegna, rischia e innova, la giustizia potrà trovare la dimensione che le spetta. Se i soggetti politici sono dei criminali, la giustizia sarà inevitabilmente politica.
Paride Puglia


27/10/2012
SERGIO STAINO


Le vignette di ElleKappa - Repubblica.it




Giannelli - Corriere della sera


Krancic



Giorgio Forattini


L’accendiamo?
26 ottobre 2012

Makkox

Tullio Boi http://www.brulliotoi.it/


Pietro Vanessi


This is the end?
 Luigi Alfieri


Codice a sbarre
 Luigi Alfieri

 
VAURO
 
Giulio Laurenzi
 
Tomas
 

GAVA http://gavavenezia.blogspot.com/


VUKIC - vukicblog



giovedì 25 ottobre 2012
APPESO AD UN FILO ...
Ufficialmente per il bene dell'umanità,
più verosimilmente per evitare una disfatta,
Silvietto annuncia il suo ritiro ...
Roberto Mangosi www.enteroclisma.com





Elchicotriste


Siilviooo
David Rowe

Buongiorno
25/10/2012 - la svolta del cavaliere
L’ultima (?) puntata della Silvionovela

Silvio Berlusconi è “sceso in campo” il 26 gennaio 1994, dopo 6847 giorni dice addio alla leadership
+ Il passo indietro di Berlusconi “Non mi candiderò a premier Primarie per il mio successore”

Berlusconi, il centravanti che scelse la panchina
Massimo Gramellini

L’Italia è sempre il Paese che ama. Solo che adesso ha deciso di amarla in modo diverso. Non più da giocatore ma da allenatore, la sua passione fin dai tempi dell’Edilnord.

Fra il Discorso della Discesa in Campo e quello del Passo Indietro sono passati diciotto anni. Siamo tutti più anziani, anche lui, più spelacchiati e più poveri, tranne lui. Diciotto anni e la stessa metafora calcistica. Allora «scendeva in campo per costruire il nuovo miracolo italiano». Oggi si accontenta di «rimanere al fianco dei più giovani che devono giocare e fare gol». Vista dal campo o dalla panchina, l’Italia di Silvio non cambia: resta un enorme stadio di sua proprietà.

La Discesa in Campo fu affidata a una videocassetta girata nel parco di Macherio davanti a una finta libreria e accanto a un ammasso (mai inquadrato) di calcinacci, che a qualcuno ricordavano un cantiere, ad altri un cumulo di macerie. Per il Passo Indietro, invece, l’uomo delle televisioni ha scoperto il fascino del web, inviando una lettera elettronica dove anche i «po’» si adeguano alla modernità e barattano il timido apostrofo con un più assertivo accento: «Ho ancora buoni muscoli e un pò di testa». Un’altra videocassetta avrebbe prestato il destro a paragoni impietosi con lo smilzo imprenditore berluscottimista che nel 1994 invitava gli italiani a diffidare «di profeti e salvatori» e ad affidarsi a «una persona capace di far funzionare lo Stato». Quell’affermazione, condivisibile, fu probabilmente equivocata: molti votarono il profeta-salvatore credendo fosse la persona capace di far funzionare lo Stato. Purtroppo lo Stato si è rivelato sordo alle intimazioni berlusconiane e diciotto anni dopo funziona peggio di prima. Né ci sono tracce di quell’Italia «più giusta, più generosa, più prospera, più serena, più efficiente e più moderna» che il Più Silvio promise solennemente fra i calcinacci di Macherio.

Cosa è rimasto della telenovela di allora nel discorso del Passo Indietro? Praticamente tutto. Lo spirito, i toni, i nemici. Berlusconi è un maestro nel presentarsi come uno che ricomincia sempre. Il suo non è mai il discorso del reduce, ma del precursore. E della vittima. Nella storia d’Italia secondo Silvio gli ultimi decenni sono stati una guerra fra due schieramenti: da un lato le perfide corporazioni di burocrati, giornalisti, lobbisti e magistrati, conservatori arroccati nella difesa di privilegi antidemocratici. Dall’altro lui, il Libertador, marchiato come populista perché alfiere del «voto popolare conquistato con la persuasione che crea consenso». Persuasione: attività affascinante ma pericolosa, quando a esercitarla è l’uomo più ricco d’Italia, l’unico dotato di tre canali televisivi nazionali e gratuiti. Invece per Silvio è stata «la riforma delle riforme», che ha reso «viva, palpitante ed emozionante la partecipazione alla vita pubblica dei cittadini». Qui l’uomo si sottovaluta. Di viva ed emozionante, ma soprattutto palpitante, in questi anni c’è stata soltanto la sua vita notturna. Purtroppo quel palpito «non poteva che avere un prezzo»: l’odio verso di lui, trasformatosi come nei film horror in una «sindrome paralizzante», il cui antidoto è stata «la scelta responsabile di affidare la guida provvisoria del Paese al senatore Monti». Berlusconi protegge il suo successore, quasi volesse farlo un po’ (o un pò) suo. Non è il preside bocconiano il nemico da indicare ai giovani eredi, ma l’Europa colonizzatrice della Merkel e, come diciotto anni fa, la sinistra. Che nel discorso della Discesa in Campo si ispirava a Michele Santoro e voleva trasformare l’Italia «in una piazza urlante che grida che inveisce e che condanna», mentre in quello del Passo Indietro sembrerebbe richiamare in vita, se non Stalin, almeno Breznev perché «vuole tornare alle logiche di centralizzazione pianificatrice che hanno prodotto l’esplosione del Paese corporativo e pigro che conosciamo». Una sinistra composta da «uno stuolo di professionisti di partito educati (come metà della nomenclatura pidiellina, ndr) nelle vecchie ideologie egualitarie, solidariste e collettiviste del Novecento».

E’ proprio per impedire ancora una volta che l’Italia liberale cada nelle mani dei comunisti che Silvio B ha deciso di fare un passo indietro e assistere da bordo campo alle primarie che incoroneranno il suo successore. «Quel che spetta a me è dare consigli, offrire memoria, raccontare e giudicare senza intrusività». E qui, visto che viviamo ancora in un Paese liberale, chiunque lo conosce è libero di mettersi a ridere.

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Berlusconi: “Obbligato a restare

venerdì 26 ottobre 2012

L'Aquila condannati gli scienziati


LOURDES PEINES POUR LES SCIENTIFIQUES ITALIENS: Accusés d'avoir sous-estimé les risques avant le séisme de L'Aquila (309 morts en 2009), les scientifiques italiens ont été condamnés à six ans de prison pour «homicide par imprudence» par le tribunal. Dessin de ce mardi dans Le Monde.
SANZIONI PESANTI PER SCIENZIATI ITALIANI: accusati di aver sottovalutato i rischi prima del terremoto dell'Aquila (309 morti nel 2009), gli scienziati italiani sono stati condannati a sei anni di carcere per "omicidio colposo", da parte del giudice . Disegno il Martedì a Le Monde.
 Plantù

L'Aquila, 22 ott. - (Adnkronos) - A conclusione di 4 ore di Camera di consiglio il giudice unico Marco Billi ha emesso la sentenza di condanna a sei anni per tutti e sette i componenti della Commissione Grandi Rischi, all'epoca in carica, che avrebbe fornito false informazioni circa l'improbabilità della forte scossa di terremoto, a L'Aquila, che la notte del 6 aprile 2009 causò la morte di 309 persone. Nel corso del dibattimento l'accusa aveva chiesto per i sette imputati quattro anni di reclusione.
La sentenza è arrivata dopo 30 udienze, a carico di 7 componenti dell'organo tecnico-consultivo della presidenza del Consiglio nella sua composizione del 2009, composta da Franco Barberi, presidente vicario della Commissione Grandi rischi; Bernardo De Bernardinis, già vicecapo del settore tecnico del Dipartimento della protezione civile; Enzo Boschi, all'epoca presidente dell'Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia; Giulio Selvaggi, direttore del Centro nazionale terremoti; Gianmichele Calvi, direttore Eucentre; Claudio Eva, ordinario di Fisica all'Università di Genova; Mauro Dolce, direttore Ufficio rischio sismico della protezione civile. Tutti condannati per omicidio colposo, disastro colposo e lesioni personali colpose.
La commissione è stata condannata per aver compiuto, prima del sisma del 6 aprile del 2009, un'analisi superficiale e di aver fornito false rassicurazioni agli aquilani.
All'inizio dell'udienza il procuratore della Repubblica Fabio Picuti ha voluto ricordare la figura del procuratore capo Alfredo Rossini, scomparso nelle settimane scorse. "Lui sarebbe stato contento oggi -ha spiegato- perche' avrebbe visto confermata una sua promessa, quella di concludere i processi importanti in tempi brevi".
Nel piccolo e provvisorio tribunale di Bazzano alla periferia dell'Aquila dove si è celebrato il processo oltre ai legali, ai giornalisti e agli operatori televisivi anche tantissime persone e parenti delle vittime. Dei sette imputati erano presenti solamente Selvaggi, Eva, De Berardinis e Dolce. Di questo filone del processo alla Grandi rischi resta ancora aperto invece il fascicolo sull'ex capo della protezione civile Guido Bertolaso accusato di omicidio colposo e coinvolto a seguito di una telefonata intercettata con l'ex assessore della protezione civile abruzzese Daniela Stati.
22 ottobre 2012


 
Terremoti, sicurezze. Mauro Biani

Colpevoli di ''non aver allertato'', anzi di aver ''minimizzato'' i rischi del terremoto. Sisma che poi arrivo': e fu il disastro. Il giudice del tribunale dell'Aquila ha condannato a sei anni di reclusione i membri della Commissione Grandi rischi che parteciparono alla riunione del 31 marzo 2009, pochi giorni prima del devastante terremoto. L'accusa aveva chiesto la condanna a quattro anni. Il giudice Marco Billi ha ritenuto i sette membri della commissione tutti colpevoli di omicidio colposo plurimo e lesioni colpose. A Franco Barberi, Enzo Boschi, Mauro Dolce, Bernardo De Bernardinis, Giulio Selvaggi, Claudio Eva e Gianmichele Calvi sono state concesse le attenuanti generiche. I sette sono stati condannati anche all'interdizione perpetua dai pubblici uffici.

RISARCIMENTI - Ammonta a 7,8 milioni di euro il risarcimento disposto nei confronti dei sette condannati. A questa cifra vanno sommate le spese giudiziarie delle parti civili che ammontano a oltre 100 mila euro. Anche la Presidenza del Consiglio è stata dichiarata responsabile civile per la morte di 29 persone e dovrà provvedere, in solido con i sette condannati, al risarcimento dei familiari delle vittime e del Comune dell' Aquila, parti civili nel processo. Palazzo Chigi dovrà concorrere, con gli imputati, anche al pagamento di oltre 7 milioni provvisionali esecutive.

LE REAZIONI DEI CONDANNATI - "Sono avvilito, disperato. Pensavo di essere assolto. Ancora non capisco di cosa sono accusato", ha commentato a caldo Enzo Boschi, ex presidente dell'Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia (Ingv). "Una sentenza sbalorditiva e incomprensibile, in diritto e nella valutazione dei fatti", ha affermato l'avvocato Marcello Petrelli, difensore del professor Franco Barberi. "Una sentenza che - ha aggiunto - dovra' essere rivalutata in appello". "Mi ritengo innocente di fronte a Dio e agli uomini", ha spiegato Bernardo De Bernardinis, ex vicecapo della Protezione civile e attuale presidente dell'Ispra. "La mia vita da domani cambierà, ma se saranno dimostrate le mie responsabilità in tutti i gradi di giudizio - ha aggiunto - le accetterò fino in fondo". "La mia credo sia la testimonianza di dignità di un funzionario pubblico" ha aggiunto De Bernardinis, ricordando che ha partecipato a tutte le udienze del processo e che, dopo la condanna, è stato salutato con una stretta di mano dal pm Fabio Picuti. "Avrei voluto evitare non solo questi morti - ha aggiunto - ma anche quelli del '94 in Piemonte e in Irpinia. Forse questo Paese deve cercare di concentrarsi di piu' per capire quali sono i veri problemi di vulnerabilità e fragilità". E a chi gli chiedeva se da domani cambierà l'atteggiamento degli scienziati, De Bernardinis ha risposto che "senz'altro cambia l'attitudine dell'assunzione delle responsabilità".

L'ACCUSA: VOLEVAMO VERITA', NON COLPEVOLI - "Tutto il filo conduttore del processo non era la ricerca di colpevoli, ma quella di capire i fatti, perché noi con il compianto procuratore capo, Alfredo Rossini, volevamo solo capire i fatti", ha detto il pm Fabio Picuti. "L'Aquila - ha spiegato - ha consentito che si tenesse questo processo delicato e si arrivasse a sentenza".

GLI SCIENZIATI INSORGONO - ''E' la morte del servizio prestato dai professori e dai professionisti allo Stato'': e' deciso e senza mezzi termini il commento alla sentenza del processo dell'Aquila da parte del fisico Luciano Maiani, attuale presidente della commissione Grandi rischi. "Non è possibile fornire allo Stato una consulenza in termini sereni, professionali e disinteressati sotto questa folle pressione giudiziaria e mediatica. Questo non accade in nessun altro Paese al mondo", aggiunge Maiani, il quale ora aspetta le motivazioni della sentenza.Se la sentenza del giudice del tribunale dell'Aquila, che ha condannato a 6 anni di reclusione i membri della Commissione Grandi rischi che parteciparono alla riunione del 31 marzo 2009 sugli eventi sismici all'Aquila, "dovesse riguardare la mancata previsione del sisma, ciò significherebbe mettere sotto accusa l'intera comunità scientifica che, ad oggi, in Italia e nel mondo, non ha i mezzi per poter prevedere i terremoti", afferma il presidente del Consiglio dei geologi, Gianvito Graziano. "Tuttavia - precisa Graziano - penso che l'accusa non vertesse sulla mancata previsione del terremoto, bensì su un comportamento omissivo della commissione rispetto ad una situazione di rischio, sottolineando comportamenti non diligenti. Se di ciò si tratta - conclude il presidente dei geologi - è necessario leggere attentamente la sentenza per capire in cosa, esattamente, i membri della Commissione Grandi rischi abbiano peccato". "Una condanna durissima, e ciò che preoccupa sono le conseguenze che tale pronunciamento potrà avere: non vorrei passasse il messaggio che i terremoti si possono prevedere, perché ciò è impossibile. In linea di principio, allora, bisognerebbe evacuare l'intera popolazione ad ogni scossa?". Così il direttore dell'Istituto di geoingegneria del Cnr, Paolo Messina, commenta la condanna dei membri della Commissione Grandi Rischi da parte del giudice del Tribunale dell'Aquila.

GIULIANI, CHE LANCIO' L'ALLARME: NULLA CI RIPAGA - "Non mi aspettavo sei anni, pensavo che la condanna sarebbe stata inferiore. Non provo nessun godimento, nessuna sentenza ci ripaga di quanto accaduto". Lo ha detto Giampaolo Giuliani, il tecnico di ricerca che studia il radon come precursore sismico e che nei giorni precedenti alla tragedia aveva lanciato l'allarme. "Quello che è emerso dal processo è che i membri della Commissione avevano una grande responsabilità e sono venuti meno". Così Giampaolo Giuliani, il tecnico di ricerca sul radon che studiò la serie di scosse a L'Aquila prima della tragedia. "La cosa meravigliosa, della quale vado orgoglioso, è sapere che ci sono giudici e avvocati che sono riusciti a portare avanti un processo storico, su un argomento così difficile da trattare. Per la prima volta, in meno di tre anni un processo esce con una sentenza. Per Ustica e Bologna sono passati 30 anni senza trovare responsabili".

LA POLITICA E' DIVISA - "Le sentenze vanno sempre rispettate e la giustizia deve fare il suo corso. Ma è importante anche dare solidarietà a queste terre ed è per questo che tornerò ancora a visitarle". Lo ha detto il segretario del Pd Pierluigi Bersani. "Ci voleva coraggio e i giudici ne hanno avuto. Finalmente un po' di giustizia per L'Aquila": è il commento di Stefania Pezzopane che il 6 aprile del 2009 ricopriva la carica di Presidente della Provincia. "Avevo già denunciato l'inganno e la superficialità dei quali si era resa colpevole la Commissione Grandi Rischi". Il sindaco dell'Aquila Massimo Cialente viene raggiunto dalla notizia della condanna durante una infuocata assemblea cittadina per parlare della restituzione delle tasse decisa dal governo. Cialente ha spiegato che "il dramma non si cancella. La citta' e' alla fame, vogliamo giustizia anche per quello che è successo dopo il 6 aprile". "E' una sentenza un po' strana e un po' imbarazzante" per cui "chi sarà chiamato in futuro a coprire questi ruoli si tirerà indietro", ha detto invece il presidente del Senato, Renato Schifani. ''Una follia allo stato puro'' commenta il leader Udc Pierferdinando Casini.
fonte


fabiomagnasciutti


Il pianeta delle scimmie
Il tribunale italiano ha condannato a sei anni di detenzione sei scienziati e un alto funzionario governativo che non hanno comunicato correttamente il rischio di un terremoto a L'Aquila. A quanto pare stanno pensando di condannare postumo l'Oracolo di Delfi e Nostradamus ...scherzi a parte, a me pare una sentenza spropositata, tenendo conto che la previsione di un evento sismico è pressoché impossibile. Quello che invece è più' che fattibile è costruire o messa in sicurezza di edifici a rischio. Duole dirlo e suona come un insulto alle vittime e per questo chiedo scusa fin da subito, ma il terremoto dell' Aquila non mi pare sia stato un evento devastante in termini numerici. Il punto e' che le costruzioni non erano in grado di reggere un simile sisma. Ora, se si vuole cercare un colpevole credo si debba cercare in altra direzione. O no?
 Paride Puglia



Terribile mentre sto preparando il post leggo su FB 
26 OTTOBRE 2012---ORE 1:05
CALABRIA/BASILICATA---POLLINO
FORTE SCOSSA DI TERREMOTO M. 5,0
P. 6,3km
CI SONO DEI DANNI
EPICENTRO: MORMANNO
Manca la corrente elettrica in alcune zone
 Spero non ci siano vittime!!
Proprio nei giorni scorsi leggevo che un sindaco del Pollino aveva chiesto tendopoli preventive,  visto l'intensificarsi dello sciame sismico.


IN RELAZIONE ALLO SCIAME SISMICO IN ATTO SUL NOSTRO TERRITORIO IL SINDACO RENDE NOTO LE RISULTANZE DELLO STUDIO EFFETTUATO DALLA COMMISSIONE GRANDI RISCHI RIUNITASI  DOPO LA RICHIESTA DA PARTE DELLO STESSO AL PREFETTO GABRIELLI TEMPESTIVAMENTE ACCOLTA.
IL SINDACO, INOLTRE,  HA INCONTRATO DOMENICA, DURANTE LA SUA VISITA A ROTONDA, IL CAPO DELLA PROTEZIONE CIVILE GABRIELLI IL QUALE LO HA RASSICURATO RIGUARDO L’ATTENZIONE  CHE LA PROTEZIONE CIVILE HA VERSO IL NOSTRO TERRITORIO E SULLA DISPONIBILITA’ DI METTERE IN ATTO, IN QUALSIASI MOMENTO TUTTE LE ALTRE AZIONI CHE SI RENDESSERO UTILI.
INFINE  SI COMUNICA CHE GIORNO 24 C.M. E’  STATA CONVOCATA  DAL PREFETTO DI COSENZA DOTT. CANNIZZARO  UNA RIUNIONE  CON I SINDACI DEI COMUNI INTERESSATI ALLO SCIAME SISMICO PRECISAMENTE: CASTROVILLARI, MORANO CALABRO, MORMANNO , LAINO BORGO , LAINO CASTELLO  INSIEME ALLA  PROTEZIONE CIVILE PER FARE IL PUNTO SULLA SITUAZIONE  E METTERE IN ATTO ALTRE INIZIATIVE TENDENTI ALL’INFORMAZIONE E ALLA PREVENZIONE.
 fonte


Aggiornamento 26 ott. ore 11.00

Tiziano Riverso



Tom Jordan, responsabile del Centro Terremoti nel sud della California, è molto duro: «Gli esperti non possono fare previsioni»

La sentenza NON condanna per non aver preveduto il terremoto, ma per avere ESCLUSO categoricamente la possibilità che ci fosse.
La protezione civile, il comune, la provincia erano subissati da richieste dei cittadini ( che vivevano in situazione di angoscia) di chiarimenti sullo sciame sismico che li tormentava da mesi.
Bertolaso, chiede che si svolga una riunione che rassicuri gli aquilani e che non generi il panico, gli esperti (che dovrebbero fare solo gli esperti) si prendono la responsabilità che i politici non vogliono prendere, e affermano in una nota (badate bene) informale, che non CI SARANNO terremoti.
Cosa che non possono affermare , lo fanno perchè comandati a farlo ( le loro nomine sono di carattere politico) .(b.)
 







Bandanax


Mario Bochicchio