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mercoledì 27 settembre 2023

Chi era Napolitano? L'ultimo dei Savoia?

 Addio a Giorgio Napolitano. L’ex capo dello stato aveva 98 anni. È stato il primo Presidente della Repubblica italiana a essere rieletto per un secondo mandato.

Chi era Napolitano?
Un uomo complesso: voce dissenziente contro l'Urss invasore della Cecoslovacchia, migliorista della destra comunista, "my favourite communist" di Henry Kissinger, firmatario del lodo Alfano e del legittimo impedimento, primo presidente in carica interrogato dai pm nel processo per la presunta trattativa Stato-mafia, primo presidente eletto due volte.

GIO / Mariagrazia Quaranta 
www.caricaturegio.altervista.it


RE GIORGIO
 Il 5 agosto 2011 arriva la famosa lettera della Banca comune europea a firma del presidente uscente Claude Trichet e da quello designato Mario Draghi. A novembre Berlusconi prende atto di non avere più una maggioranza parlamentare alla camera. I titoli di stato sono sotto una serie di attacchi speculativi. 

Napolitano si accorda con Berlusconi: approvata la finanziaria il premier si dimetterà. Così avviene. Napolitano intanto ha nominato Monti senatore a vita. Subito dopo l’approvazione della legge di Bilancio viene chiamato a palazzo Chigi. Ed è per questa mossa che “salva” l’Italia – secondo alcuni, la rovina secondo altri – che il New York Times definisce Napolitano «Re Giorgio», per la sua volitiva scelta di andare oltre le prerogative presidenziali e dirigere dal Quirinale la scelta.
fonte: https://www.editorialedomani.it/politica/italia/giorgio-napolitano-morte-ricordo-vita-98-anni-japt1pi7



#Napolitano 

"Quando eravamo re"

Mauro Biani



Se n’è andato uno dei personaggi politici più rilevanti degli ultimi cinquant’anni e, in particolare, del primo scorcio di questo secolo, in cui Giorgio Napolitano ha infranto una regola non scritta e inaugurato il doppio mandato presidenziale, poi replicato da Mattarella.

Esponente più autorevole dell’ala migliorista del Partito Comunista, Napolitano è stato per anni amato, rispettato e combattuto con la stessa veemenza, come capita solo ai grandi personaggi.

Ma è stato, in modo a volte decisionista e spesso impopolare, argine ai populismi in ascesa, nel pieno della più grande frattura della Seconda Repubblica.

Non ha mai avuto il carisma naturale di un Pertini né l’empatia di un Mattarella, ma Giorgio Napolitano è stato a suo modo la perfetta incarnazione di una stagione di mezzo di cui, prima e meglio di altri, ha intuito la degenerazione, al punto che in molti oggi, a distanza di anni, ne rivalutano l’azione e il pensiero.

Napolitano aveva 98 anni. Gli sia lieve la terra.

Lorenzo Tosa



Giorgio Napolitano

Marilena Nardi

#Disegno #inchiostro #ritratto #caricatura #napolitano #GiorgioNapolitano #italia



Napolitano
Achille Superbi




MISERIA E NOBILTA'

sul mio Blog ho trovato più di 80 vignette ispirate allo scomparso "re" Presidente Napolitano.

Per chi vuole basta "cliccare" sull'etichetta del suo nome.

Luci ed ombre inevitabili nella sua lunga vita politica.

Uno dei peccati che da destra non gli hanno mai perdonato è la caduta di Berlusconi che poi ha cercato di far dimenticare analogamente alla sua vecchia militanza comunista.

Ne scelgo una in relazione alla sua napolitanità e in ricordo d un altro grande napoletano , le altre, se ne aveste voglia, potreste scorrerle sul blog.

Gianfranco Uber


LAICA
Ha fatto molto discutere (e molto lo farà ancora) la decisione di Papa Francesco di rendere omaggio alla salma di Giorgio Napolitano in Senato evitando di benedirla e di farsi il segno della Croce, in grande rispetto delle volontà dello scomparso.
Non si può non sottolineare la coincidenza di questo gesto con la recente presentazione della legge che renderebbe obbligatoria la presenza del Crocifisso in ogni ufficio pubblico e che tende a cancellare quella laicità dello Stato voluta dalla Costituzione.
Gianfranco Uber






A volte ritornano

Mario Natangelo

#Napolitano #giorgionapolitano Il Fatto Quotidiano #vignetta #fumetto #memeitaliani #umorismo #satira #humor #natangelo



Funerali dello stato 
Mario Natangelo

#Napolitano #giorgionapolitano #MatteoMessinaDenaro #funeralidistato #mafia Il Fatto Quotidiano #vignetta #fumetto #memeitaliani #umorismo #satira #humor #natangelo



In quasi 70 anni di attività politica, ci sono stati molti Giorgio Napolitano.

C’è stato il Napolitano filo sovietico del 1956, c’è stato il Napolitano migliorista che ha anticipato la svolta socialdemocratica, c’è stato il Napolitano contro Berlinguer sulla questione morale, c’è stato il Napolitano che tesseva legami con Washington (e Kissinger lo chiamava "il mio comunista preferito"), c’è stato il Napolitano al Viminale che ha inventato i primi centri per migranti, c’è stato il Napolitano presidente della Repubblica che firmava tutte le leggi ad personam di Berlusconi, comprese quelle che poi la Consulta dichiarerà anticostituzionali.

Ma l’impronta politica più forte sulla storia del Paese Napolitano l’ha lasciata nel 2011, quando caduto Berlusconi lui decise, dal Quirinale, di non sciogliere le Camere e di fare Mario Monti premier. Per l’Italia, quello fu un bivio: se si fosse votato con ogni probabilità avrebbe vinto il Pd di Bersani, allora alleato con Vendola e Di Pietro, i sondaggi erano unanimi.

Invece il Presidente scelse l’uomo della Troika, il Pd fece disgraziatamente sua quell’agenda d’austerità e in un anno e mezzo di Monti milioni di voti si spostarono dal centrosinistra ai Cinque Stelle, così nel 2013 alle urne ci fu il pareggio e poi le larghe intese.

Non si sa come sarebbe andata la storia, se Napolitano avesse deciso diversamente.  Si sa però che il Quirinale si fece da arbitro neutrale a giocatore in campo, decidendo anche il risultato della partita. 

E forse partì così quella deriva presidenzialista che oggi la destra vuole formalizzare, stravolgendo la Costituzione.

Alessandro Giglioli

Il cordoglio bipartisan
Marassi


È MORTO NAPOLITANO, L’AMIKO AMERIKANO

È l’unico «comunista» cui gli Stati Uniti abbiano concesso il visto d’ingresso. Per ritirare un Premio intitolato a Henry Kissinger, il Segretario di Stato americano regista del golpe di Pinochet, responsabile dell’assassino di Salvador Allende e dell’eccidio di migliaia di cileni. Dotato di un’altezzosità non comune, che gli valse il discutibile nomignolo di «Re Giorgio», Napolitano fu, nel Pci che si vantava del proprio monolitismo, il più autorevole esponente della corrente migliorista. Ne facevano parte riformisti all’acqua di rose il cui scopo era sorpassare i socialisti da destra. Tirate le somme, GP è stato uno dei peggiori presidenti della Repubblica. Tra le sue ultime performance, l’incarico di governo a Matteo Renzi.  Per indubbi requisiti elettorali, ma soprattutto per affinità elettive.

Ivano Sartori


L'uomo di Pasqua

Riccardo Mannelli


L'ultimo dei Savoia? No! L'ultimo comunista non comunista.
Giannelli


 

martedì 13 agosto 2013

In attesa della grazia per Silvio (vignette)

A breve la risposta di Napolitano alla richiesta di grazia, dopo la salita al colle di Brunetta e Schifani, lo scorso 5 agosto per intercedere in favore di Silvio.


UN ATTIMO DI RELAX PLEASE
Attesa a breve la meditata comunicazione del Colle sul futuro politico/giudiziario di Berlusconi.
Gianfranco Uber

GRANDI OPERE
In corso le operazioni di alta ingegneria politica per la realizzazione del primo salvacondotto di recupero risorse politiche mondiale.
Gianfranco Uber
Etichette: berlusconi, giustizia, pdl, politica



IL PELO NELL'UOVO
Ci sarà mai una sentenza definitiva in Italia?
Sembra che i rappresentanti della Magistratura lo facciano apposta per aggiungere ai tre gradi di giudizio dell'iter processuale gli infiniti altri gradi di giudizio delle loro sentenze provocati dalle improvvide e ricorrenti dichiarazioni a microfoni accesi.
Gianfranco Uber

Tiziano Riverso

 
Maramotti - L'Unità
 



PORTOS / Franco Portinari
Etichette: Berlusconi condannato, Brunetta, Grazia, Graziella, postcards, Quirinale, Schifani


e grazie a al capo, dello stato
 fabiomagnasciutti
Etichette: berlusconi, magnasciutti, napolitano








Famme na grazia!

Matteo Bertelli
 In attesa della grazia!
- Questa giustizia mi provoca la nausea!!
Romaniello



Moise




La grazia di Silvio
COME CADERE IN DIS...GRAZIA
Ora le prova proprio tutte,
pur di sfuggire anche a quel poco
- troppo poco -
che gli è rimasto da scontare.
Al punto di mandare due suoi picciotti
a chiedere il perdono.
Con molta ... GRAZIA.
Roberto Mangosi www.enteroclisma.com




Io non mollo
CeciGian




Corriere della sera: "Nessun sconto al condannato. Epifani contro Berlusconi."
Enrico Letta: "Speriamo che Guglielmo non sbagli la mira"
Giannelli - Corriere della sera


E se vedi cadere una stella?
Non mi dire che il tuo desiderio è l'abolizione dell'IMU!!
Giannelli - Corriere della sera



Dichiaratemi innocente, o ...
Bertolotti e De Pirro


Equivoci
Le vignette di ElleKappa - Repubblica.it



 Pena sospesa
Claudio Cadei

Claudio Cadei 



The Prayer
Massimo Bucchi



Fisco Ring
Massimo Bucchi


Mediashining
Massimo Bucchi


SERGIO STAINO
 


La scelta di re Giorgio

di Alessandro Giglioli
La partita, in queste ore, si sta giocando sulle scrivanie di due uomini anziani.
Uno è chiuso in una grande villa appena fuori Milano, ad Arcore; l’altro in una grande villa appena fuori Roma, a Castelporziano.
Il primo, fondamentalmente, minaccia: se non gli verrà garantita la sua salvezza personale – anche dal carcere, sì – scatenerà una guerra che bloccherà il Paese per mesi. Con l’arma finale dello scioglimento delle Camere e del ricorso al Tar per farsi rieleggere, affidata al mastino Nitto Palma.
Il secondo deve scegliere. Deve scegliere se il ‘bene del Paese’ è cedere al ricatto in nome della pacificazione o far prevalere la Costituzione, lo Stato di diritto, l’uguaglianza di tutti i cittadini di fronte alla legge.
Ogni sovrano, a un certo punto, si trova di fronte a una scelta fondamentale. Di quelle che si tramanderanno alla storia. Oggi è il turno di re Giorgio. Auguri veri, che sia illuminato e soprattutto non abbia paura.

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LINK:

Ore decisive per il caso Berlusconi In arrivo la dichiarazione del Quirinale

martedì 30 aprile 2013

Che rospo!

29 aprile 2013 Camera dei deputati ore 20 voto alla fiducia governo Letta 


 

La mia personalissima posizione

Giuseppe Civati  29 /04/2013 ore 18.20
Non parteciperò al voto di fiducia del governo Letta. Ho deciso così, dopo giorni difficili, dopo avere atteso risposte che non sono arrivate, dopo avere valutato tutte le alternative e le possibilità che avevamo di fronte.
Questa mattina, al gruppo, abbiamo finalmente discusso, ma “a cose fatte”.
Incredibilmente fino a oggi non avevamo avuto la possibilità di affrontare la questione del cosiddetto governissimo (che avevamo per altro sempre escluso tutti quanti, almeno a parole), fino a oggi non c’era stata un’occasione e una sede in cui offrire la nostra opinione all’attenzione dei nostri dirigenti, fino a oggi non c’era stata la possibilità di decidere insieme quali fossero le ‘scelte’ del Pd.
Farlo oggi, prima del voto in aula, è stato certo importante, ma molto tardivo e di fatto inefficace: perché, arrivati al giorno della fiducia, le alternative erano finite davvero e non avevamo alcuna possibilità di cambiare, modificare, correggere il corso delle cose, nonostante lo scetticismo e le cautele di molti (che molti hanno ribadito nella riunione del gruppo di oggi).
Ho perciò preferito il dissenso all’ipocrisia e ho gentilmente respinto i richiami all’ordine, perché l’ordine si rispetta solo se in precedenza c’è stata la possibilità di esprimersi, di discutere e di votare sulla base di un’attenta valutazione del parere di ciascuno. Votare tipo «prendere o lasciare» non fa (o non dovrebbe fare) parte della cultura del Pd. (continua)


 
Altan L'Espresso


Modi di dire: ingoiare un rospo
Accettare un fatto spiacevole, sopportare un peso, adeguarsi a una situazione incresciosa.

Il rospo, nelle credenze popolari, è un animale velenoso, immondo, deforme e anche un po’ magico (c’è chi fa derivare il suo nome da haruspex, l’indovino dell’antica Roma). “Ingoiare il rospo” è dunque una metafora legata al disgusto e alla ripugnanza provocata da questo anfibio; anticamente si diceva anche “ingoiare la rana”. Inoltre nella cultura popolare è viva l’immagine del serpente che cattura il rospo e lo deglutisce e digerisce con grande sforzo. Non è chiaro il collegamento, se c’è, con l’opposto “sputare il rospo”, d’origine romanesca e poi diffusosi in tutta Italia. Nel gergo, infatti, il rospo era il “segreto” e dunque sputarlo significava confessare la verità, dire quello che si sa, sfogare il proprio malumore.



Il rospo
Mauro Biani

La resa e la fine

Postato in Senza Categoria il 28 aprile, 2013
Fanno un po’ di tenerezza gli ex malpancisti Pd che questa mattina si attaccano ai nomi decenti del nuovo governo per chinare il capino e votare la fiducia.
Parlo dei vari Gozi, Puppato, Tocci, Cuperlo, Scalfarotto e cosí via: erano almeno 50 – diceva Pippo Civati ancora ieri – e ora sono tutti lí a rientrare frettolosamente nei ranghi.
Fa tenerezza sentirli sostenere che nell’esecutivo «non ci sono indigeribili» (stomaco forte, mandar giù gente che un mese fa occupava il Palazzo di giustizia di Milano per difendere il Capo alla sbarra). E che «ci sono figure di garanzia» (certo, peccato che garantiscano soprattutto le aziende del Cavaliere, la Compagnia delle opere e i consigli comunali mafiosi).
Eletti per portarci fuori dal ventennio di B. e delle sue cricche, questi parlamentari ne preserveranno invece la continuità di potere, armandosi oggi di ogni possibile alibi: soprattutto, suppongo, per non sputare sullo specchio appena si alzano al mattino.
La loro probabile resa – forse resisterà solo Civati, chissà – tuttavia non sancisce solo una vittoria epocale di Berlusconi.
Sancisce anche la fine della rappresentanza della sinistra italiana, risucchiata e annegata nel super centro andreottiano del giovane Letta, nei suoi infiniti rapporti di potere e nella sua  missione di preservazione e rafforzamento di questi poteri.
Lo ha scritto bene Marco Damilano, lucido e disincantato come sempre: fuori dal gran papocchio di melassa lettiana resta solo il Movimento 5 Stelle. Ed è questo, salvo miracoli, il bipolarismo che ci aspetta.
Alessandro Giglioli





SERGIO STAINO

lunedì 7 dicembre 2009

6 dicembre '09

No B. Day il giorno dopo :
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la secchiata

5 dicembre 2009, NO B DAY!!!!

Pubblicato da Matteo Bertelli INSERTO SATIRICO
Etichette: Berlusconi, bertelli, manifestazione, No B Day, viola

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Eventi ... di guerra
Si celebra oggi il NO BERLUSCONI Day
per cacciare il piccoletto ci vuole ben altro, almeno fino a quando la sinistra continuerà a litigare e far capricci come un moccioso viziato ...
Pubblicato da Roberto Mangosi Ridere è una cosa seria


Ah sQuola antavo malle in maTTemaTTica
Un milione in piazza, ma per la Questura solo novantamila.
L'appuntato di novantadue anni , da cinquantasette addetto alla conta dei manifestanti, sa contare soltanto fino a nove.
Ma da quindici anni si avvale di un moderno e sofisticato computer, quindi per la Polizia è giusto quello che dice lui ...
Pubblicato da Roberto Mangosi Ridere è una cosa seria

Battuta da Circo ... stanza.

Il Milione in Piazza?
Secondo la Questura, c'era solo Marco Polo!

ChaoLin LinGiù




5 dicembre 2009

Pubblicato da gavavenezia INSERTO SATIRICO


balletto delle cifre
Pubblicato da gavavenezia INSERTO SATIRICO


Il solito balletto.
Pubblicato da Marco Vukic vukicblog


Giannelli http://www.corriere.it/

C'era la Bindi, Di Pietro ( vedi sopra)...
mancava Bersani:


WEEK END

E' un po' un centro-sinistra che tende a fare il ponte più che a darsi da fare infrasettimana.

Pubblicato da Fifo INSERTO SATIRICO


PORTOS Comic strip


Da L'ESPRESSO l'articolo di Alessandro Gilioli:

Un maestro Manzi per Pierluigi Bersani

Postato in Senza Categoria il 6 dicembre, 2009

alberto_manzi

L’idea che il Pd non dovesse partecipare al No-B day «altrimenti si imbucava in una manifestazione della Rete» è, con rispetto parlando, una delle più gloriose cretinate che si siano sentite in politica in questo surreale 2009.

Chiunque, anche senza aver letto i classici del Web, potrebbe serenamente spiegare al segretario Bersani che la Rete non è un partito politico alternativo al Pd, ma un luogo aperto in cui ci sono tanti soggetti, incluso il Pd, tra l’altro: i suoi elettori, i cuoi circoli, i suoi militanti, perfino lui medesimo, il Bersani.

L’uscita di oggi di Bersani farebbe ridere, se non cascassero le braccia.

Ma, come diceva il maestro Manzi, «non è mai troppo tardi». Forse al Pd possono assumere un maestro Manzi per Bersani, che lo alfabetizzi quanto basta, insomma, almeno per non fare queste figure, mio Dio.