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lunedì 2 giugno 2014

India: l'albero della vergogna

India... la quarta potenza mondiale
Tiziano Riverso

 La notizia:
C‘è anche un poliziotto tra le 4 persone accusate dello stupro ed impiccagione di due giovani indiane, appartenenti alla casta degli intoccabili. Avevano 14 e 15 anni, sono state ritrovate appese ad un albero di mango, in un villaggio dell’Uttar Pradesh nell’India nord-orientale. Le forze dell’ordine, che ora sono nell’occhio del ciclone per la lentezza con cui sono intervenute, stigmatizzano l’accaduto.
Maan Singh Chauhan, ufficiale di Polizia: “Qualunque cosa sia successa è profondamente sbagliata, quanto accaduto è molto grave, noi stiamo indagando e siamo vicini alle vittime, i colpevoli verranno puniti duramente”.
Questo nuovo brutale atto di violenza contro le donne è solo l’ultimo portato all’attenzione dei media, dopo il clamore suscitato nel dicembre 2012, dall’omicidio di una studentessa di Nuova Delhi, vittima di uno stupro di gruppo.
Nel gennaio scorso, un’altra ragazzina è stata vittime del branco nel Bengala occidentale, per ordine del capo villaggio. fonte


Violence in India
Alex Falco Chang
The rape of a 23-year old student of brought international attention to the widespread sexual violence against women in India.Time asks a valid question: how long will this media attention last.
16 Jan 2013


L’albero dell’odio


l'albero da lontano
Non so voi, ma io quell’albero non riesco a togliermelo dalla mente. E sì che in questi giorni noialtri ne abbiamo, di distrazioni: Grillo con la corona di spine, Renzi con la corona d’alloro, l’Europa ancora più indecifrabile di prima, visto che i neobarbari sono anche più contenti di mostrare l’elmo con le corna. E poi questo maggio piovoso e nevrastenico che pure ci ha portato le sue cose di sempre: albicocche, spighe di lavanda, promesse indefinibili, festival letterari (ce n’è uno ogni due province, e a volte due per ogni provincia, e io non so cosa pensarne, visto che rifiuto l’idea che i libri debbano essere allettanti solo se c’è costruito sopra un qualche evento o spettacolo o happyhour ma probabilmente sbaglio io).
E niente, quell’albero è sempre lì.
C’è appeso il corpo caro e vilipeso delle donne. Il corpo sconfinato delle donne: dall’India alla Calabria, alle Americhe. Il corpo materno come pane (prendete e mangiatene tutti vale da sempre, per le donne). Il corpo spossessato eppure infinito, non soggetto a proprietà né a poteri ma proprio per questo rivendicato di continuo, bottino di guerra, tesoro sepolto: un corpo magico, assoluto, grande quanto il pianeta, dove camminano gli uomini e le bestie (a volte indistinguibili tra loro) e se getti un seme cresce qualcosa, come da sempre.
Non so se a voi fa male pure, ma a volte a me questo corpo terrestre e millenario mi duole proprio. Mi fa male come se fosse pieno di coltellate e offese, perché è così. Io provo una specie di vergogna tumultuosa a guardare quei corpicini vestiti di verde e di rosso (che bei vestiti, penso incongruamente, che principesse scalze, penso follemente), che nemmeno vedo bene, pur nelle migliaia di versioni della foto dell’albero: quelle con la folla attonita, quella con la folla che scatta foto (e lì c’è chi pensa: sciacalli, e io invece penso: quanti alberi non abbiamo mai visto perché s’affrettavano a nasconderceli?), quella piena d’un silenzio che dilaga fino a qui, come fosse latte, e sgorga a fiotti dal monitor e non so come fermarlo.
Sento rumori impossibili: il cigolio della corda mossa appena dal vento, qualche parola in una lingua che non conosco. Mi sento debole, sconfitta, perseguitata.
Io che sono una fiera donna occidentale produttrice di reddito e titolare di diritti, io che non consentirei ad alcun uomo di mancarmi di rispetto. Ma lo consento a intere nazioni, a quanto pare.
Quel corpo sconfitto e appeso, quell’evidenza d’un odio antico, selvatico, implacabile (e io, nel fondo della mia anima meridionale e selvatica credo di riconoscerlo, di saperne l’eco da chissà quale lontananza non troppo lontana: è un urlo che risuona ancora, spesso, qui attorno nell’Occidente sterilizzato e light) mi turbano assai.
Non ho mai visto un albero di mango, ma ho visto molti frutti d’odio. Questi, lo ammetto, sono tra i più sconvolgenti.
Mi chiedo, qui alla mia scrivania – mentre una parte del mio corpo partecipa di quella tragedia, il mio corpo collettivo e smisurato soffre dei suoi dolori inestirpabili e planetari – cosa devo fare, cosa posso fare.
L’albero è zitto.




Break the Silence
Sofia Mamalinga
If you don’t talk about sex, how will you end sexual violence? A cartoon made for TEDxHagueAcademy, inspired by the talk by Vithika Yadav, an activist fighting to stop sexual violence in India. Watch her TEDx talk here. 10 Sep 2013

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aggiornamento di  giovedì 5 giugno ore 15.30

un altro albero ... un'altra bimba donna


India, ragazzina stuprata e impiccata da sei uomini.......
Pierpaolo Perazzolli

lunedì 19 maggio 2014

India: il trionfo di Narendra Modi



Election in India, voting Durga
By Riber Hansson, Sydsvenskan - 5/14/2014



Narendra Modi's triumph



 Dagens karikatyr. Indiens nästa premiärminister Narendra Modi?
http://jeanders-bilder.blogspot.se/

Jan-Erik Ander


"Arrivano bei giorni": così un trionfante Narendra Modi ha commentato la ormai ufficiale vittoria dei nazionalisti hindu alle legislative in India. Sebbene i risultati dello spoglio non siano ancora definitivi, il Bharatiya janata party (Bjp) ha già ottenuto la maggioranza assoluta dei seggi in parlamento, pari a 272 sui 543 complessivi, mentre la coalizione della quale sono perno può contare su 327 seggi. Il partito del Congresso, storicamente legato alla dinastia Nehru-Gandhi, ha già riconosciuto la sconfitta.

"L'India ha vinto!", ha twittato intanto Modi che giurerà come primo ministro mercoledì 21 maggio.
Ma sarà davvero così? ... speriamo almeno che la cosa sia positiva per  i due Marò italiani 




Narendra Modi
By Taylor Jones, Politicalcartoons.com - 5/17/2014




 
Indian democracy
By Rainer Hachfeld, Neues Deutschland, Germany - 5/15/2014