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venerdì 18 dicembre 2015

Gelli: "“Ci sono le logge dietro la crisi della sinistra”

Licio Gelli -Paolo Lombardi


L’ultima intervista a La Stampa di Licio Gelli 7 anni fa: “Ci sono le logge dietro la crisi della sinistra”
Riproponiamo come documento storico le parole del capo della loggia P2
Iacoboni 

Il capo della P2 Licio Gelli è morto nella sua casa vicino ad Arezzo a 96 anni. Qui il colloquio pubblicato su La Stampa il 15 dicembre 2008.

«Vuole che le dica qual è stato il ruolo e l’atteggiamento delle logge fiorentine dinanzi a quello che succede alla giunta di sinistra?». Sarebbe gentile, commendatore. Licio Gelli oggi viene chiamato «commendatore», o «conte», se chi gli sta intorno vuole sottolineare il titolo nobiliare che gli conferì Umberto II nel 1980. Non è più il «Venerabile maestro» della Loggia P2, indagato tra l’altro per le stragi (dall’Italicus a Bologna), il golpe Borghese, la bancarotta dell’Ambrosiano - poi condannato per depistaggio delle indagini su Bologna, e per la bancarotta fraudolenta della Banca di Roberto Calvi (12 anni, ora estinti). Ma non si può, tecnicamente, dire che sia tornato: non se n’era mai andato. Berlinguer è morto, il Pci e il «pericolo comunista» sono defunti, Gelli invece - a 28 anni dal ritrovamento degli elenchi della P2 a Castiglion Fibocchi - è in piena attività: a 89 anni va in tv (su Odeon), combatte una battaglia per riavere «cento milioni di dollari di cui - dice lui facendo la vittima - sono stato derubato», presenta libri con aria sorniona.

L’ultimo, di Aldo Mola, sulla vita del venerabile, a Sanremo ha scatenato un putiferio al quale Gelli ha assistito serafico, commentando: «La P2? La rifarei tranquillamente». «Ma non ce ne sarebbe neanche bisogno», illustra adesso nella sala riservata di un hotel sanremese, doppiopetto gessato grigio, camicia a righe, cravatta blu, orologio d’oro al taschino del panciotto, due anelli (uno con stemma) all’anulare della mano sinistra. «Il mio piano rinascita ha trionfato, non crede?». Da molti punti di vista. «Berlusconi se n’è letteralmente abbeverato, la giustizia e le carriere separate dei giudici, le tv, i club rotariani in politica...

Già, proprio come Forza Italia. Apprezzo che non abbia mai rinnegato la sua iscrizione alla P2, e del resto come poteva? Ma anche la bicamerale di sinistra dell’88 ne aveva fatta sua una parte, sposando il riferimento al presidenzialismo...».Bisogna però interrompere quest’uomo che col suo linguaggio - i modi da toscano assai vispo, uno sguardo da sotto in su che ha qualcosa di andreottiano, unito a una curvatura della schiena accentuatasi con l’età - vorrebbe indirizzare la conversazione verso la battaglia legale intrapresa per riavere i soldi del leggendario «tesoro Gelli-Tassan Din», sostenendo di esserne stato «derubato». Ma è difficile vedere nei panni della vittima un signore che ha l’aria di divertirsi un mondo a sembrare ancora potente, e una volta espose così il suo credo: «Meglio burattinaio che burattino».Ecco, un burattinaio non può non osservare ancora attentamente l’attualità. Su Firenze e la questione morale che si sta rivoltando contro gli eredi del Pci ha una sua «verità»: «Lì le logge sono da sempre potentissime, e si sono ribellate. Però sono anche divise in due commissioni in guerra: una fa capo a Palazzo Vecchio, 520 logge, l’altra a Palazzo Vitelleschi, 500 logge. L’unica cosa che le unisce Il malumore verso la sinistra fiorentina che per anni ha fatto una battaglia ossessiva contro la massoneria». A chi o cosa si riferisce, Gelli? «O beh, l’assessore Cioni è stato il capofila, nel Pci fiorentino, della guerra contro le logge». Lo storico Aldo Mola, che assiste alla conversazione, ricorda una circostanza: fu Cioni a pubblicare, allegato all’Unità, l’elenco di tutti i massoni toscani. E nel 1993 presentò una proposta di legge, sottoscritta da 70 parlamentari del Pds, per vietare agli iscritti alla massoneria di ricoprire cariche nella pubblica amministrazione.

Gelli con sorrisetto: «... e quelli se la sono legata».C’è di più. «In Toscana e nelle Marche esistono le norme più restrittive contro la massoneria», lamenta Gelli. «E ora si ribellano. In Toscana se sei massone e vuoi partecipare a una gara d’appalto devi dichiararlo. Nelle Marche se sei massone non puoi partecipare affatto. Capite questo quale danno ci ha recato? Avevamo mucchi di persone che volevano entrare, ma erano spaventate. Il problema è che quelle fiorentine sono logge spurie, unite solo da questo; non sanno darsi un programma di azione comune». Della giunta Domenici sorride: «Sinistra quella? La sinistra non c’è più dai tempi di Berlinguer e dei governi di unità nazionale...».Gelli qualche giorno fa ha detto: «Veltroni dovrebbe scomparire». Il segretario del Pd ha commentato: «È il ritorno di un uomo inquietante». Con il passato del capo della P2 voi vi sareste sentiti tranquilli? «Via, era chiaro che era una frase del tutto accademica. Veltroni conferma la sua pochezza». Gli preferisce D’Alema? «Sono della stessa pasta, uno è la copia dell’altro; sembrano soltanto diversi. Altro discorso, invece, per la signora».Racconta Gelli di aver sviluppato «grande ammirazione» per Linda Giuva, moglie di D’Alema, archivista. «Nel 2006 ho donato le mie carte storiche, testi di Cagliostro, di Garibaldi (insomma, le cose non compromettenti, nda) all’Archivio di stato di Pistoia.

La signora D’Alema mi ringraziò, disse che era un contributo importante alla conoscenza, fu gentilissima e io mi permisi di salutarla con un baciamano. Meglio lei di tanti uomini della sinistra».Sente ancora i cari vecchi amici? «Cossiga sempre. Fu lui, per primo, a cercarmi. Mi ha anche spiegato di non aver mai detto che non credeva fossi io il capo della P2. Nel giorno dei suoi ottant’anni l’ho chiamato per fargli gli auguri, mi ha risposto Sto pranzando da solo, così sto fra amici». Andreotti? «Càpita che gli mandi qualche bigliettino, sa, siamo tutti e due del �19». Berlusconi? «Lei è curioso...». Verso il mondo berlusconiano Gelli tradisce «affettuosità», di Previti dice «oh, Cesarino, che bravo ragazzo; vado spesso a trovarlo». Si è molto favoleggiato di una quarantina di nomi misteriosi iscritti negli elenchi non sequestrati a Villa Wanda, ma lasciate ogni speranza voi che entrate, Gelli si fa più che mai allusivo, sorridentemente minaccioso: «I nomi sono quelli eventualmente dichiarati. Il resto è ascolto, nell’oblio. Certo, può darsi che un giorno, chissà, col tempo, riemerga fuori qualcosa...». Sì, è sempre lui.




Riccardo Mannelli


mercoledì 16 dicembre 2015

Morto Licio Gelli, fu a capo della P2.

Morto Licio Gelli, fu a capo della P2. Al suo nome sono legati alcuni dei misteri più neri d’Italia
Aveva 96 anni. «Il materassaio», «Belfagor», «Il venerabile» sono alcuni dei soprannomi collezionati nel corso della sua lunga vita [...]

Licio Gelli , caricatura di Franco Portinari da "I QUATTRO DELL'APOCALISSE, 20 giugno 2010
Licio Gelli Secondo la Corte di Cassazione, il Grande Maestro dovrà pagare più tasse su alcune proprietà immobiliari che, tramite un testamento olografo, ha lasciato ai suoi familiari. Non si tratta di nuove logge, per fortuna. [...]Peccato che Licio Gelli sia ormai troppo anziano per entrare in politica: considerato che tra gli iscritti al Pd ce ne sono circa 4000 aderenti a logge massoniche, poteva diventare lui quel leader di cui la nostra sinistra ha tanto bisogno.                                                                                                                                          Marco Presta




da loggia al domani
Fabio Magnasciutti


Incubi d'oro.
Licio Gelli 1919 - 2015
Marco Tonus






Beppe Mora




SfraGelli d’Italia

MASSIMO GRAMELLINI
Di Licio Gelli ho sempre trovato sconvolgente il divario tra l’enormità della sua influenza e la pochezza della sua cultura. Quando uno immagina il Potere tende a raffigurarsi luoghi inaccessibili solcati da creature eteree e raffinate che decidono le sorti degli altri mettendo intelligenza e competenza al servizio di cinismo e crudeltà. Licio Gelli parlava un italiano da terza elementare, trafficava in affari dozzinali e tesseva trame da operetta in una stanza d’albergo di via Veneto dove riceveva cialtroni e spioni, generali e sensali, complottisti e fancazzisti. Era un trapezista del nulla, capace di saltare con una capriola dal fascismo all’antifascismo e di infilarsi in tutti i posti dove ci fosse odore di chiuso e non per aprire le finestre, ma per abbassare le serrande. Non esiste mistero italiano da cui non spunti la sua faccia di italiano qualunque, più furbo che intelligente. E questo la dice lunga sulla qualità mediocre che da noi hanno persino i misteri.

Mi sono sempre chiesto come mai il Gotha della politica, dell’amministrazione, del giornalismo e dell’imprenditoria si sia servito o messo al servizio di questo misirizzi di provincia, privo di carisma e capace di mettere insieme un cardinale con un generale, ma non tre frasi di senso compiuto. L’unica risposta possibile è che la nostra classe dirigente di intrallazzoni raccomandati senza spessore vale anche meno di Gelli. Allora come oggi, chi ha talento e passione non ha tempo per tramare e millantare, cioè per acquisire potere. È troppo impegnato a lavorare.


*

martedì 27 luglio 2010

L'Hobby: Massoneria

2008

« Il vero potere risiede nelle mani dei detentori dei Mass Media »

(Licio Gelli)


GREMBIULINI E GREMBIULONI
Il Gran Maestro Licio Gelli rivendica i diritti di autore delle ultime riforme, scuola compresa, e individua in Berlusconi come l'unico erede in grado di portarle avanti.Uber Humour 2 novembre 2008


Scherzetto o... scherzetto?
Il Venerabile Licio Gelli è tornato e, tomo tomo cacchio cacchio, ha
designato come suo erede niente popò di meno che il cavalier Silvio
Berlusconi! Lo ha fatto in un'intervista su Repubblica di oggi. Per chi
avesse la memoria corta, invece, il Piano di Rinascita Democratica
lo trovate qui. A voi scoprire se lo attuerà o lo sta già attuando...
max - http://max-fraparentesi.blogspot.com/




LA QUIETE
Licio Gelli, il gran maestro della loggia P2, ritorna alla ribalta.Su Odeon TV condurrà una trasmissione il cui nome è tutto un programma "Venerabile Italia".
1/novembre/2008 Uber Humour



2010


BOCCIOFILE E DINTORNI
Negati i domiciliari al presunto capo della società segreta Carboni per il quale, secondo gli inquisitori, resta il pericolo di inquinamento delle prove.
Secondo i difensori totalmente infondate le accuse riferite ad attività per nulla segrete e, al contrario, perfettamente normali nell'ambiente.
Uber Humour

TOGHE SPORCHE
L'inchiesta sulla cosiddetta P3 sta rivelando pesanti coinvolgimenti anche di importanti apparati della magistratura. Allegria !
Uber Humour

LOGGIA O NO ?
Grembiuli, cazzuole, compassi, cappucci o bocce non conta, l'importante è sapere come vengono utilizzati gli attrezzi.
Uber Humour



sabato 24 luglio 2010
Anticorpi e guai (grossi guai)max - http://max-fraparentesi.blogspot.com/

Ancora P3?
max - http://max-fraparentesi.blogspot.com/


venerdì 16 luglio 2010
Giustizia o contro-giustizia?
max - http://max-fraparentesi.blogspot.com/

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Home page Ministero dell'Interno:

Il ministero dell'Interno lancia un concorso di idee per il suo nuovo logo
Dovrà esprimere l'identità, la mission e la vocazione unitaria di un'amministrazione dalle tante competenze alla quale sono affidate funzioni fondamentali dello Stato Freccia grigiaIl bando di concorso
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la cosa curiosa è l'immagine a corredo della notizia sopra, prima che la facciano sparire, eccola qua:



eran proprio necessari "squadra e compasso"??? Che?!?

ma tranquilli son tutti "pensionati sfigati"
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Notizie correlate:

domenica 4 luglio 2010

I QUATTRO DELL'APOCALISSE, caricature di Portos - 20 giugno

appendice della settimana in vignette: 14 giugno 21 giugno


Luca Zaia
Ecco due braccia strappate al Ministero dell’Agricoltura (nel senso che dirigeva brillantemente questo dicastero così delicato e importante per il nostro Paese!).[...]

Lo speaker della radio Padania,l'euro parlamentare della Lega Matteo Salvini.
“non esiste nessun articolo della Costituzione che obbliga a tifare per qualcuno”


Ottaviano Del Turco


Licio Gelli
Secondo la Corte di Cassazione, il Grande Maestro dovrà pagare più tasse su alcune proprietà immobiliari che, tramite un testamento olografo, ha lasciato ai suoi familiari. Non si tratta di nuove logge, per fortuna. [...]
Peccato che Licio Gelli sia ormai troppo anziano per entrare in politica: considerato che tra gli iscritti al Pd ce ne sono circa 4000 aderenti a logge massoniche, poteva diventare lui quel leader di cui la nostra sinistra ha tanto bisogno.


Il testo completo di Apocaliss mo di Marco Presta QUI