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venerdì 19 gennaio 2024

I saluti fascisti di Acca Larentia

 Nessuna dichiarazione della premier Meloni dopo i saluti fascisti di Acca Larentia. 


Il Silenzio

Geen commentaar #Meloni #fascistengroet #zwijgen #Italie

Joep Bertrams 




Nessuna dichiarazione della premier Meloni dopo i saluti fascisti di Acca Larentia.

#accalarentia #fascismo #vignetta #caricatura #Meloni #umorismo #satira #humor

Marilena Nardi



Gli acrobati

Riccardo Mannelli


"Le colpe sono nostre.Loro non hanno mai governato questo paese. Non hanno mai fatto il ministro della cultura, non hanno mai fattoil ministro dell'istruzione. Siamo stati noi a non riuscire ad educare nessuno..."

Il filosofo Massimo Cacciari sul caso Acca Larentia a Otto&Mezzo La7 , 9 gennaio




Mauro Biani



La Digos è sicura che a #AccaLarentia

nessuno ha urlato Viva l'Italia Antifascista

Durando


Quel che tuttavia stupisce è che, di fronte a comportamenti che configurano patenti violazioni dei fondamenti della nostra Repubblica e delle leggi dello Stato, la forza pubblica non intervenga, forse in ossequio a direttive del potere politico in carica. Così Fulvio Fontana Fulvio Fontana Satira 




LA PRESENZA

#AccaLarentia #neofascisti #fascisti #Digos #satira #vignetta 

Vukic



Annebbiati

#Fascisti #AccaLarentia #Nebbia #Governo #Italia #Nostalgici

Lele Corvi



Intanto ad AccaLarentia…

Luc Garcon



#AccaLarentia

Giancarlo Covino


Manuel De Rossi



PASSO PASSO
Non so quanto potrebbe servire uno scioglimento formale delle organizzazioni estremiste pronte a ricostituirsi con altri nomi ed altri simboli finché il credo nella violenza coverà sotto la cenere.
Certo che sarebbe comunque doverosa una formale dichiarazione di ripudio ed estraneità da certe manifestazioni nostalgiche e non proprio folkloristiche, da parte di chi rappresenta il Paese.
Per ricordare ai più vecchi, ma soprattutto avvertire i giovani, quanto pericoloso sia trascurare certe derive. #FASCISMO #NAZISMO #storia #giovani
Gianfranco Uber





Paolo Calleri

1 September 2023

Culture remodeling

https://cartoonmovement.com/cartoon/culture-remodeling


Venti di Destra
GIO / Mariagrazia Quaranta



_________________________________________

E' bene ricordare che: 

Il saluto romano, anche e più correttamente noto come saluto fascista.

In Italia, a seguito del ritorno della democrazia dopo la seconda guerra mondiale, il gesto è stato vietato dalla legge n. 645 del 20 giugno 1952 ("legge Scelba"), successivamente modificata con la legge n. 205 del 25 giugno 1993 ("legge Mancino"), ma solo qualora compiuto con intento di "compiere manifestazioni esteriori di carattere fascista"; in tale caso può essere punito con la reclusione da sei mesi a due anni e con la multa da 200 euro a 500 euro. Secondo la giurisprudenza di Cassazione, il gesto è vietato nei limiti in cui rappresenti un incitamento alla violenza o costituisca un pericolo di riorganizzazione del partito fascista, in quanto idoneo a raccogliere adesioni e consensi.


La Costituzione

Disposizioni transitorie e finali

I-II-III-IV-V-VI-VII-VIII-IX-X-XI-XII-XIII-XIV-XV-XVI-XVII-XVIII

Elenco Completo

XII

E` vietata la riorganizzazione, sotto qualsiasi forma, del disciolto partito fascista.

In deroga all'articolo 48, sono stabilite con legge, per non oltre un quinquennio dall'entrata in vigore della Costituzione, limitazioni temporanee al diritto di voto e alla eleggibilità per i capi responsabili del regime fascista.


Giovedì 18 gennaio 2024

La Cassazione a sezioni riunite ha deciso: il saluto fascista (o romano) nella sua espressione commemorativa non è reato. 

 Le Sezioni Unite della Corte suprema di Cassazione hanno deciso che la condotta tenuta nel corso di una pubblica manifestazione consistente nella

risposta alla «chiamata del presente» e nel «saluto romano» - rituali entrambi evocativi della gestualità del partito fascista - integra il delitto previsto dalla legge Scelba «ove, avuto riguardo a tutte le circostanze del caso, sia idonea ad integrare il concreto pericolo di riorganizzazione del disciolto partito fascista, vietata dalla XII disposizione transitoria e finale

della Costituzione».

Solo «a determinate condizioni» può configurarsi anche il delitto previsto dalla legge Mancino che «vieta il compimento di manifestazioni esteriori proprie o usuali di organizzazioni, associazioni, movimenti o gruppi che hanno tra i propri scopi l'incitamento alla discriminazione o alla violenza per motivi razziali, etnici, nazionali o religiosi» 


La sentenza lascia una certa discrezionalità all'interpretazione del giudice ...

Tomas 


sabato 13 settembre 2014

Marchionne: "Solo io potevo sostituire Montezemolo"

«Sono stato molto vicino alla Ferrari negli ultimi dieci anni e ho condiviso con Luca tutto lo sviluppo dell’azienda».
Quindi non c’era nessun altro, secondo il top manager, in grado di sostituirlo al timone se non lui.




Il maglioncino rampante
Riccardo Mannelli




Chi è costui?

Uomo dal furbastro cipiglio
e dal cashmirino candidato
da forfora farinosa
ama miliardari compensi
e complicità inconfessabili
con ogni sorta di cacciatori
di teste operaie.
Luciano Lodoli




Marranello
PORTOS / Franco Portinari


Montezemolo: "La verità?... Così la Ferrari diventerà americana!"
PORTOS / Franco Portinari




Elkann gioca...
Marilena Nardi





Dov'è il bagagliaio?
Fulvio Fontana


Cambio di volante
Gava


Conseguenze


Pit Stop
Vukic
 

venerdì 4 luglio 2014

World Cup 2014 protagonisti: Balotelli





Balotelli
di Riccardo Mannelli





Per gran parte della gara gli azzurri hanno giocato in dieci. Poi Balotelli è stato sostituito.

Balotelli si tinge i capelli di biondo. Temeva di passare inosservato.

Lo sfogo di Balotelli: “Non ho scelto io di essere italiano”. Gli è arrivata la Tasi.

(Adesso è facile prendersela tutti con Balotelli. Ma dove eravate in quei piovosi giovedì di novembre?)

da Giù la cresta  - Spinoza


L'angolo di Mario
di Paolo Pablito Morelli



Pallonaro
di Carrera Arcangelo



Balotelli
di Pillinini



Ritorno alle origini
VUKIC - vukicblog


 Nota:
Il twitter  di Balotelli

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venerdì 25 aprile 2014

25 Aprile : omaggio alla Resistenza


un omaggio a Giacomo Matteotti e buon 25 aprile 
Marilena


25 aprile 2014
Uber




 Ricordando la liberazione
Il rilancio dei consumi
La vignetta di Giannelli


VAURO


Differenze
CeciGian



Pietro Vanessi (PV)



Maramotti - L'Unità


BUONA LIBERAZIONE!
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L’Editoriale a Fumetti di oggi si ispira a questa Ricorrenza QUA:
http://it.wikipedia.org/wiki/Anniversario_della_liberazione_d%27Italia
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La vignetta è visionabile anche sul mio Spazio Flickr QUA:
https://www.flickr.com/photos/moisevivi/14020360993/
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…e sulla rubrica “MoisEditoriali” di afNews QUA:
http://www.afnews.info/wordpress/2014/04/25/buona-liberazione/
Moise



Tiziano Riverso





Un grazie di cuore ad Alberto Pagliaro, ho appena finito di leggere il suo meraviglioso omaggio alla Resistenza: "I figli della schifosa- Una storia partigiana"...un libro scritto con la testa e col cuore...per non dimenticare. Grazie anche alla passione con la quale nel corso di fumetto a Villa Trossi ci sta dando insieme a Daniele Caluri la voglia e gli strumenti per esprimere le nostre emozioni e le nostre idee.
Laura Neri
 





Un 25 Aprile dedicato alla memoria della Liberazione, quella dai nazi-fascisti, e a un progetto mondiale di libertà dalle armi e dalla violenza, che nasca dal basso, dalla volontà della gente di ripudiare l’uso delle armi e di prevaricazione per risolvere questioni tra Stati o tra gruppi.Arena di Pace e Disarmo.
Mauro Biani

Libertà, liberazione…belle ciao!

25 Aprile: W la Liberazione! Da qui la festa che ogni anno dopo il ’45 è diventa nazionale. Il prossimo anno vedrà i suoi 70. Dai fasti (si badi: succeduti a fatti) iniziali pregni di commossi e commoventi onori, glorie, preghiere, ricordi e pensieri, silenti inchini, superstiti vivi numeri tatuati sull’avambraccio, sono poi via-via arrivati i tempi in cui una buona parte degli eredi discendenti da quel tempo sentì il bisogno di diversificare (quel)la Liberazione: il solo commemorarla tacendo non bastava più. Sicché si cominciò a “parlare” e, si sa, quando si comincia non si finisce più. Perciò siamo arrivati a far le pulci perfino a (qualche sindaco perfino vietare) “Bella ciao” perché canta di partigiano morto per la Libertà ed è qui che interviene il politically correct (qualche volta per legge) inneggiante e pretendente a che non furono solo i partigiani a morire per la Libertà! Concordiamo. Tuttavia, siccome quel testo appartiene a  emozionale “prima in classifica” per decennale hit parade di tutti gli Italiani che parlano solo italiano (perciò l’Americathe Beautiful la lasciano agli indigeni) e che, quanto ai “combattenti di Salò morti per la Libertà”, proprio non sono riusciti a trovare un testo analogo da intonare -lasciando pur da parte pesantissimi dubbi nel merito- ebbene ci par doveroso nel giorno del 25 aprile proseguire a commemorare la “Liberazione” anche con quel testo che narra di “partigiano morto per la libertà”. Chissà che a forza d’insistere proprio su quella frase s’arrivi a riflettere seriamente sul fatto che “liberazione” non significa “libertà”. Quel partigiano (al pari d’altri che partigiani non furono, ma s’accomunarono per identico spirito/obiettivo/ideale) si sacrificò perché, noi eredi, comprendessimo veramente il significato profondo di libertà. Se avesse voluto tramandarci “mero” esempio di liberazione avrebbe in tempo utile mollato tutto per concedere, almeno a se stesso,  liberazione da morte certa…
24 aprile 2014



LiberazioneVukic


un tipo
fabiomagnasciutti



dolce dormire
fabiomagnasciutti


25 aprile 2014
La statua della Libertà Umberto Romaniello

venerdì 11 aprile 2014

I secessionisti ed il carro armato

A) Il carro armato


Marilena Nardi



PORTOS / Franco Portinari



giovedì 3 aprile 2014
IL CARROCCIO ARMATO
Arrestati a Padova 24 secessionisti veneti che si preparavano ad una azione rivoluzionaria "armati" di un Tank artigianale. La replica di Piazza San Marco del '97 può far sorridere ma a forza di prove in costume prima o poi si rischia di arrivare allo spettacolo.





Bricolage a casa loro
#stateserenissimi. Secessionisti veneti: 24 arresti. “Trattavano acquisto armi”. Sequestrato anche carro armato artigianale attrezzato con un cannoncino. L’ira di Bossi e di Salvini: “Arresti bluff”.
Mauro Biani



Ultimo tanko
Massimo Gramellini
Il trattore truccato da carro armato. E poi, chissà, i forconi truccati da fucili e le mucche da portaerei. Il rischio, con i secessionisti veneti, non è di farne dei martiri, ma di consegnare problemi reali e giganteschi a una parata di macchiette. La lista dei nostri guai è stranota. Altrettanto nota, ma forse meno meditata, è la lista di coloro che intendono risolverli con ricette strampalate e atteggiamenti grotteschi. Uno legge le biografie e le parole dei «terroristi» e pensa: dopo avere assaggiato e sputato la politica a fumetti della Lega, davvero il ceto medio impoverito e arrabbiato del Nordest immagina di affidare la propria riscossa a persone che al massimo avrebbero potuto fare le comparse in un film del colonnello Rambaldo Buttiglione? E i tantissimi giovani laureati e disoccupati che comprensibilmente votano per i Cinquestelle non meriterebbero un movimento politico più trasparente e un portavoce meno approssimativo di Beppe Grillo? E il senso di legalità e giustizia sociale che anima il popolo della sinistra può identificarsi in una conventicola di intellettuali che da decenni dice di no a qualsiasi tentativo di cambiare questo sistema sclerotico e oggi si stringe come una vecchia cintura di castità intorno al povero Tsipras?

Chi sperava che il dilettantismo folcloristico di Berlusconi fosse stata una parentesi deve ricredersi: in Italia la politica continua a essere considerata una cosa talmente poco seria che persino i tentativi di golpe si delegano ai pagliacci.


SERGIO STAINO




VAURO


VAURO



Tiziano Riverso


Krancic


Secessionisti


Secesiùn Teste di CarroMoise


Produzione in larga scala
Vukic



Mario Airaghi


Come si fa davvero un carro armato
Makkox


B)   Salvini






Il disagio
 Salvini in Tanko.
Mauro Biani

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Nota
22 marzo 2014, ore 17,20

Il referendum veneto per l’indipendenza da Roma

Di Ferdinando Camon

Il referendum on-line svoltosi nel Veneto per l’indipendenza della regione ha dato risultati che stupiscono la nazione, ma che erano largamente prevedibili. Han votato in 2 milioni 360 mila e 235, i sì sono stati l’89 %. A Treviso era pronto un palco, dal quale il promotore Gianluca Busato aspettava le conclusioni per “dichiarare l’indipendenza”. Lo ha fatto. Dritto in piedi, ha scandito: “Lo Stato dominante italiano non ha mai chiesto al popolo veneto di esprimere la propria volontà… e nemmeno l’appartenenza alla comunità europea… In nome di San Marco e dela democrasia, noi oggi decretiamo decaduta la sovranità italiana sul popolo e sul territorio veneto e ne decretiamo decadute le magistrature politiche dichiarando l’indipendenza del popolo veneto. Qui proclamiamo la Repubblica Veneta”. È il sogno della Lega? Ma no: la Lega c’è ancora, il governatore della regione è un leghista, ma la Lega chiede e dice che sta per ottenere il federalismo. Questo referendum vuole l’indipendenza. C’entra la Crimea? C’entra, ma gli indipendentisti vogliono di più: dicono che la Crimea s’è data alla Russia, loro non vogliono darsi a nessuno. Il Veneto è una regione diversa e separata dall’Italia, e vuole una storia diversa e separata? Sarebbe grave, proprio ora che stiamo preparando le celebrazioni del centenario della Prima Guerra Mondiale, che fu combattuta e vinta proprio qui. Ma la ragione di questa richiesta d’indipendenza non è razziale, storica, culturale. Sta tutta in una frasetta che l’organizzatore del referendum (figlio comunque della originaria Lega, la Liga Veneta, quella che Bossi ha fagocitato nella Lega Nord e poi distrutta) butta lì: “Paghiamo 70 miliardi di tasse e ce ne ritornano 50, quindi ce ne rubano 20, più altri 10 che ci scaricano addosso come quota-parte regionale del debito nazionale”. Questo lamento del Veneto è antico e non è una protesta soltanto verso Roma. Il Veneto è circondato da regioni che hanno tutte un trattamento fiscale più vantaggioso. Soprattutto l’Alto Adige. I sindaci del Veneto lamentano che per ogni 100 euro di tasse che danno a Roma ne ritornano 75, mentre Bolzano per ogni 100 euro gliene ritornano 120. Sono cifre ballerine, che nessun sindaco o governatore ha mai precisato. Neanche Roma. Certo però che il divario c’è. È per questo divario, patito come un furto, che i leghisti parlano di “Roma ladrona”. Non amano la nazione e non amano la capitale. E non amano la politica e i partiti politici. I veneti votano in percentuale alta, certo, ma han sempre votato in senso anti-nazionale. Per mezzo secolo han votato Dc, ed era un modo di non votare per la politica, ma per qualcosa che sta al di sopra della politica, e che dà garanzie morali che la politica non dà. Poi son passati a votare Lega, e non era un voto pro-nazione ma anti-nazione, anti-Roma, anti-Parlamento. Adesso, con questa consultazione, si pronunciano per l’indipendenza. L’han votata. Possono averla? Ma no: è stoppata dalla Costituzione. Allora, operazione inutile? Nient’affatto: tanto è vero che tutti i giornali ne parlano, anche quelli stranieri. Il disagio di fondo c’è ed è grande: i rapporti regione-Stato son diversi da regione a regione, furono impostati nel dopoguerra e andrebbero reimpostati. Non è una questione di razza. Di storia. Di autonomia. D’indipendenza. È una questione di soldi. Di schei.