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domenica 3 gennaio 2016

Arabia Saudita: 47 esecuzioni capitali



sabato 2 gennaio 2016
QUARANTASETTE ... MORTI CHE PARLANO
In Arabia Saudita si festeggia l'anno nuovo con 47 esecuzioni capitali.
Paese che vai ...
Gianfranco Uber





SABATO 2 GENNAIO 2016
Il giovine apprendista


Ciliegina sulla torta; l'Arabia Saudit è a capo del Consiglio per i diritti umani dell’Onu. Per tutto il 2016.


Plantu


execution of Nimr Al-Nimr    Jalal Hajir
executed for daring to say "no" !!!
02 Jan 2016










Genio UN lamp    Vasco Gargalo
Saudi Arabia
03 Jan 2016



28-11-2015 Peter Brookes per The Times


Da Famiglia Cristiana
Lo Stato canaglia per eccellenza del Medio Oriente,l’Arabia Saudita, ha iniziato il 2016 esattamente come aveva concluso il 2015: ammazzando gente. 47 esecuzioni capitali per decapitazione o fucilazione in un solo giorno. Il che vuol dire che il secondo giorno dell’anno il regime wahabita ha già messo a morte un terzo delle persone uccise nel 2015 (157, secondo il calcolo delle diverse organizzazioni umanitarie) e più di metà di quelle uccise nel 2014 (87).
La pena di morte, in Arabia Saudita, è sempre meno uno strumento, pure allucinante, della giustizia penale e sempre più uno strumento di controllo sociale, usato senza alcun ritegno dall’accoppiata re-muftì. Il re Salman al-Saud, sul trono da meno di un anno, e Sheikh Abdul Aziz Alal-Sheikh, gran muftì dal 1999, per il quale parlano certe fatwa: per esempio, nel 2012, l’invito a distruggere tutte le Chiese cattoliche della penisola arabica e, sempre quell’anno, la conferma della legittimità del matrimonio coatto per le bambine di 10 anni.
Vedremo se la stampa internazionale, domani, parlerà di “svolta storica” per l’Arabia Saudita, come si precipitò a fare, poco tempo fa, per l’elezione di 13 donne in una tornata elettorale disertata dagli elettori (25% di affluenza ai seggi) perché coreografica e ininfluente.
 Nell’attesa, molti si sono concentrati sulla messa a morte dello sceicco Nimr al-Nimr, influente esponente della comunità sciita, minoritaria in Arabia Saudita (10-15% della popolazione) ma forte nella provincia del Qatif, affacciata sul Golfo Persico, ricca di riserve petrolifere (produce 500 mila barili al giorno dal 2004) e vicina al Bahrein. Con la Primavera araba del 2011, Nimr al-Nimr era diventato una figura di punta nella contestazione al regime e nella richiesta di maggiori diritti per le minoranze religiose. Gli sciiti del Qatif avevano anche cominciato a chiedere la separazione dall’Arabia Saudita e l’annessione al Bahrein, dove gli sciiti sono maggioranza (70% della popolazione) ma soggetti alla monarchia sunnita degli Al Khalifa.
Richiesta che aveva fatto scattare la repressione: gli Al Khalifa chiesero l’intervento dell’Arabia Saudita che mandò in Bahrein l’esercito, con tanto di forze corazzate. Morti, feriti, prigionieri politici e torture a seguire, senza alcuno scandalo internazionale. Al contrario, con la benevola approvazione del premio Nobel per la Pace Barack Obama.
Mettere a morte Al Nimr, oltre a molti altri personaggi che avevano come colpa soprattutto quella di opporsi agli Al Saud, non vuol dire tanto cercare lo scontro con gli sciiti, perché questo scontro va avanti da secoli e non saranno queste esecuzioni a cambiarne la natura o la radicalità. Vuol dire soprattutto ricordare all’Occidente che il patto col diavolo dev’essere rispettato. L’Occidente che sventola la bandiera della democrazia, e della sua diffusione in Medio Oriente, non deve impicciarsi della penisola arabica, dove pure la democrazia è fatta a pezzi. Le maggioranze controllate da minoranze possono farsi sentire altrove, tipo in Siria. Ed essere anche armate, finanziate, organizzate, sponsorizzate all’Onu e in ogni dove. Ma non in Bahrein.

E l’Arabia Saudita può fare ciò che vuole: appoggiarsi a una delle versioni dell’islam più retrive per giustificare la repressione politica, esportare il credo wahabita nel mondo, finanziare quasi tutti i movimenti islamisti più radicali, fomentare guerre civili, intervenire militarmente in altri Paesi, bombardare villaggi e città dello Yemen (quasi 6 mila morti, tra i quali tantissimi bambini, nella guerra contro i ribelli sciiti Houthi), appoggiare gli islamisti in Siria. Per noi va tutto bene.
Al momento in cui scrivo, Barack Obama non ha aperto bocca sulle 47 esecuzioni. Forse è meglio così: probabilmente direbbe “l’Arabia Saudita ha diritto di difendersi”, come se non bastassero i 27 mila soldati Usa sul Golfo Persico, le basi, le imponenti forniture di armi che da due anni fanno proprio dei sauditi i maggiori acquirenti e importatori di armi del mondo (primi, con 20 milioni di abitanti, davanti all’India, grande come un continente e con 1,3 miliardi di abitanti). Del resto, Obama portò la famiglia e mezzo Governo Usa a piangere ai funerali del re saudita Abdallah, un anno fa, e quindi non c’è molto da aspettarsi.
Nulla dirà anche il presidente francese Hollande, visto che solo due mesi fa il suo premier Manuel Valls andò a Riad e twittò orgoglioso per i 10 miliardi in contratti che riportava a casa, anche sotto forma di vendita di armi. Tacerà anche Matteo Renzi che pure non ama tacere: quando andò a Mosca si precipitò a portare fiori sul ponte dov’era stato ucciso Boris Nemtzov, oppositore di Vladimir Putin. Dubito che farà lo stesso gesto per Al Nimr:  anche Renzi è stato da poco in Arabia Saudita, anche lui ha firmato contratti, ha dispensato sorrisi ed è tornato a casa. In silenzio.

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  Saudi Arabia executes 47 people in one day including Shia cleric

martedì 28 settembre 2010

Donne condannate a morte.


CHE PENA!

Giovedì 23 settembre, negli Stati Uniti è stata giustiziata Teresa Lewis. Non barbaramente lapidata a dire il vero ma uccisa con una più civile iniezione letale.

Pubblicato da uber
Etichette: giustizia, pena di morte


https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgl13S9Yq_T-VqHPbpXaY958cLDBQZEjF22WfbQJp7MM8ApmjR4IRLCKkgf-vwy_RdHTLWp42h91iAdszVIeNfnKBf8tscJcirpEogWvTNiWnLm9lTt8HSjsY-HkHnxEOYfhha7ky3tClml/s320/1540_010_fatto_cor.jpg
GRIECO http://www.coriandoli.it/

Sul caso di Teresa Lewis si è espresso anche il presidente iraniano Ahmadinejad, paragonando la donna a Sakineh Mohammadi Ashtiani, l'iraniana di 43 anni contro la cui lapidazione si è mobilitata parte della comunità internazionale, in Europa e negli Stati Uniti. (la notizia)
 Come possiamo pretendere civiltà quando anche noi occidentali ci macchiamo degli stessi delitti.

http://img72.imageshack.us/img72/4875/vauro250910.gif
VAURO Le vignette di Vauro




Sembra che la pena di Sakineh sospesa momentaneamente sia stata cambiata da lapidazione a impiccagione la notizia
 Scriveva il 7 settembre scorso Gianfranco Uber
Fidarsi è bene ma?
Il 7 settembre l'Iran aveva dato qualche assicurazione al nostro Ministro degli Esteri circa la sorte di Sakineh ma è di oggi la notizia che la poveretta non sarà più lapidata ma semplicemente "impiccata"
FIDARSI E' BENE MA...
Che tipo di assicurazioni avrebbe avuto Frattini da Teheran in merito ad un esito meno drammatico della vicenda Sakineh?

Pubblicato da uber
Etichette: IRAN, pena di morte, politica internazionale

http://img215.imageshack.us/img215/5128/0925capitalpunishment.jpg 
Clay Bennett (Chattanooga Times Free Press)

https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhN4JYD_zRTZwmqUbIEf9naIOK2mVL5rSg1cwocK1R8qRnrChdu-ZsWDkoe8a1TtR71Rs8hKLXCe8Y6bKke_4uMxnxmtcoHVbs4ZHWgg-eO1b5A_181oi-Gz6ZivTPdOfnsbPQrjicMlRm6/s400/TOMAS_343.jpg 
USA-IRAN
Simmetrie
Tomas INSERTO SATIRICO


vuoi mettere l'impiccagione...
 fabiomagnasciutti

Nota: L'evoluzione dell'uomo.


Cartoon: The Evolution of Man

Evolution
 La vignetta di Peter Brookes da The Times è un commento sulla esecuzione mediante iniezione letale di Teresa Lewis, nello stato della Virginia. Teresa Lewis, che ha ordito un complotto per uccidere il marito e il figliastro, è stata processata e condannata  per omicidio. Lei è una delle dozzina di donne da eseguire negli Stati Uniti dalla fine degli anni 1970. L'esecuzione è andata avanti nonostante le proteste di avvocati, celebrità internazionali e altri che hanno sostenuto che avrebbe dovuto essere dato clemenza a causa del suo basso quoziente intellettuale. Secondo la legge degli Stati Uniti, chiunque con un QI di 70 evita la pena di morte. Lewis è stato giudicata per avere un QI di 72.

Il fumetto è una parodia della rappresentazione classica della evoluzione dell'uomo . Sullo sfondo della bandiera americana, sono indicate le tappe fondamentali dell'evoluzione dell'uomo, dalla scimmia attraverso di Homo Sapiens , che si conclude col medico, che da l' iniezione letale ad una donna bendata legata su un tavolo.

L'evoluzione dell'uomo' è stata ampiamente parodiata prima. Vedi qui per ulteriori esempi.

READ MORE
Eye-witness reveals haunting first-hand account of the execution of Teresa Lewis (Daily Mail)
American murderer says sorry before execution (Daily Telegraph)
Teresa Lewis executed in Virginia despite protests (The Guardian)