martedì 6 settembre 2016

Sorridente con la Monna Lisa

Doppia mostra 'Sorridente con la Monna Lisa':
ad Arezzo nell'atrio d'onore della provincia, dall'8 al 26 settembre 
e in contemporanea
a S. Paolo del Brasile all'interno della collettiva "Sorridente con la Monna Lisa", promossa dall'Associazione dei Caroonist Brasiliani dal 13 settembre
A exposição será montada dia 13 de setembro no Shopping SP Market em sampa. 
Expo Brasil-Itália com sucesso

La Monna Lisa di Leonardo Da Vinci ridisegnata in chiave Satirica da artisti e cartoonist 
Brasiliani, Italiani e da altre parti del Mondo. Arezzo via Ricasoli Atrio d'Onore della Provincia 8-26 Settembre, 
a cura di Paolo Lombardi






Monna Lisa EXPO
Arezzo via Ricasoli Atrio d'Onore Provincia (ITALY)
8-26 Settembre
Grazie a Jal Josè Alberto Lovetro (Presidente Disegnatori Brasile)
per l'idea e l'organizzazione.
Grazie all'Ente Provincia di Arezzo per il Patrocinio che ha reso possibile l'evento.
Grazie agli Sponsor — con Jal José Alberto Lovetro




Mercoledì 7 Settembre ore 12 nella Sala dei Grandi della Provincia di Arezzo conferenza stampa per la presentazione della Mostra "Sorridente con la Monna Lisa" 

Giovedì 8 Settembre ore 18 Inaugurazione della mostra situata nell'Atrio d'Onore della Provincia di Arezzo


Participants:
Brasile: Bruno Honda, Amorin, Alan Souto Maior, Renato Stegun, Dilmar junior, J. Bosco, Fausto Bergocce, Rodrigo De Pieri, Fernandes, Elihu Duayer, Ferreth, Manohead, Izidro Santos, Alecrim, Waldez, Moacir Torres, Veronica Saiki, ōita, Paulo Arts, Floreal, Monica Fuchshuber, Mariano, Nei Lima, Kaltoe, Jean Pires, Biratan , Gabriel Souza,Paulo Sergio Jndelt, Edson Guedes, Cris Carnelós, Seri, Eder Santos, Jorge Inácio, Dimaz Restivo, Eduardo De Los Santos, William Martins Ribeiro, Jal Joseph Alberto Lovetro, Rodrigo Brum, Bruno Dutra, Benjamin Cafalli, Andre HQ , Evandro Olante, Enderson Santos, Jhota Melo, Cesar Guedes Da Silva, Junior Lopez, Toni D ' Agostino, Gustavo Paffaro,Luciano Félix, Cassio Manga, William Medeiros, Fredson Silva, Rodrigo Bixigão.
Italy: Gianni Burato, Marco De Angelis, Paolo Lombardi, Marilena Nardi, Luca Garonzi, Mauro Biani, Lamberto Tomassini, Gecigian.
Colombia: Leon, Stella Peralta, Guaico, Camilo Triana
CUBA:Ramses Morales Left.
Spain: Juli Sanchis.
Costa Rica: Compliancy.
Argentina: Ramirez.
Syria: Fadi Toon.
Sweden: Ashraf Atraqchi



Alcune delle opere in mostra:


The Smile of War
CeciGian



Monna Lisa in my country SYRIA
FadiToOn 2016


Mona Lisa in Palmira (Syria)
Paolo Lombardi


Tomas



Di Marilena Nardi



di Nei Lima


Queste le parole del Presidente dei Disegnatori del Brasile in solidarietà alle vittime del terremoto e all'Italia intera:
Nossa exposição em homenagem à Mona lisa será inaugurada nesse próximo dia 08 de setembro na Itália. Solidários com os últimos trágicos acontecimentos por lá vamos todos levar boas energias para que os italianos passem por esse momento e reconstruam suas vidas e suas casas. Paolo Lombardi, pedimos que leve esse recado de nosso povo para o povo italiano.
La nostra mostra in onore della Gioconda sarà inaugurato il prossimo giorno di 8 settembre in Italia. Solidarietà con i recenti eventi tragici ci siamo tutti portare la buona energia agli italiani passare attraverso questo periodo e ricostruire le loro vite e le loro case. Paolo Lombardi, si prega di prendere questo messaggio del nostro popolo al popolo italiano.
Jal Josè Alberto Lovetro.

domenica 4 settembre 2016

Satira, sa tirare sempre!

«Italiani…
Non è Charlie Hebdo che costruisce le vostre case, è la mafia ! »
Le dessin du jour, par Coco



Satira, sa tirare sempre!

di Nadia Redoglia

In questo mondo di ladri, di padri, di madri per verità assolute, quale inedia (per morte lenta) sarebbe  se non esistesse nostra signora  Satira? Ma conosciamo noi il significato e il significante di costei?
Lei è il tutto e pure il suo contrario. Satira, mai satura, sutura  il poema epico della nostra quotidianità.  Martella finché non capisci, beninteso se vuoi capire.   E’ la giornaliera  versione grossolana  del pirandelliano così è se vi pare  e pure del recita bene la tua parte, in questo consiste l’onore tratto dal geniale capolavoro di Masters nei suoi epitaffi a Spoon River. Charlie Hebdo, così come a suo tempo furono Male e Cuore, è al posto suo per sbatterci in faccia l’aldilà dei beni e dei mali di facciata e (oggi) di facebook.
Satira è sadismo e alla bisogna pure masochismo. In vita e in  morte s’offre come apoteosi della meraviglia più pura, innocente, vergine e, in egual modo, senza preavviso, alla realtà del più putrido squallore da violenza nei bassifondi… Ci sbatte  in faccia il quanto sappiamo essere martiri ed eroi, ma anche quanto sappiamo essere subdoli mostri di perbenismo e del politicamente corretto.  Ed è proprio perciò che nostra signora Satira sa tirare appresso ogni maledizione. Satira si deve sbattere in prima pagina, ma solo per darla in pasto a ciascuno di noi all’unico fine di farne personalissimo metabolismo.  Farne affare di Stato  è invece perbenismo d’accatto, è puerile politicamente corretto da burkini, è sterile blablologia da Salvini: è recitare la parte dopo averci già imposto cosa è perché ci è stata fatta apparire…



Pensavo di non condividere questo triste dibattito mediatico dai toni troppo accesi sulle vignette di Charlie Hebdo del terremoto italiano sul blog.
Mi sento molto vicina alle popolazioni colpite, ai loro lutti e proprio per questo volutamente non avevo raccolte qui quei disegni che avrebbero potuto ferire la loro sensibilità.
Quanti disegni italiani avevano già usato la parola pasta.

Ma poi Nadia Redoglia mi ha mandato l'articolo sopra, con una dedica speciale per il mio blog, ed allora mi sono detta forza Fany, si "satira, satirare sempre!".

Non raccolgo però le vignette degli amici su questo triste dibattito, ma solo un articolo che spiega come "La satira a volte fa ridere, a volte no. La sua ragione sociale e’ indurre una riflessione."

A tutti quelli che leggeranno queste righe, non guardate superficialmente cogliete la dura verità.








disegno di Felix sulla rivista Charlie Hebdo




LA VIGNETTA DI CHARLIE HEBDO SPIEGATA A MIA MADRE
Chi scrive ha passato 9 anni della propria esistenza in una stanza di tre metri per tre, sotto una nube di fumo passivo, a scrivere per un noto programma TV satirico italiano in onda dal 1988.
Visto che oggi si e’ fatto un gran parlare di satira, ho deciso di fare uso privatistico di un mezzo pubblico e approfittare degli Stati Generali per dialogare con mia madre su Charlie Hebdo e la famosa vignetta.
Mamma: “QUELLA VIGNETTA FA SCHIFO!”
Io: Giusto. Fa veramente schifo. E sai perché? Perche’ e’ la satira stessa a fare schifo.
Ti ricordi il più grande autore satirico italiano? No, non Maurizio Crozza. Dante Alighieri.
Ti ricordi, nell’Inferno, il trattamento riservato ai Simoniaci, incluso Papa Niccolo’ III,  con il viso immerso nello sterco e il sedere all’aria? E Maometto? Altro che Charlie, Dante lo raffiguro’ aperto in due da un taglio verticale lungo tutto il corpo, con le interiora a penzoloni, a spruzzare sangue e nutrirsi tramite “il tristo sacco che merda fa di quel che si trangugia“.
E gia’ che ci siamo, ricordi i grandi commediografi che la satira se la sono inventata, a cominciare da Aristofane? Non sto a raccontarti le zozzerie narrate ne “Le nuvole” perché non finiremmo più, ma credimi: e’ dall’inizio dei tempi che, per sua natura, nelle opere satiriche troviamo incesti, atti di coprofagia, bestemmie, vilipendi di cadavere e tanti altri atti schifosi e schifosissimi.
Il fatto che la vignetta di Charlie Hebdo ti abbia fatto schifo ci dice quindi una cosa: che si trattava di vera satira.
Mamma: MA CROZZA A ME FA RIDERE! QUESTO SCHIFO NO!
Io: Giusto anche questo. E sai perché? Perche’ Crozza non fa satira. Quando parla emiliano e dice che vuole smacchiare il giaguaro, Crozza sta facendo la parodia di Bersani. Capisci? Parodia, non satira. La parodia e’ fatta per far ridere, e’ la sua ragione sociale. La satira a volte fa ridere, a volte no.  La sua ragione sociale e’ indurre una riflessione. E’, insomma, una cosa diversa.
Al pari di Crozza, non fa satira neppure Fiorello o Ezio Greggio o Gene Gnocchi o uno a caso delle decine di comici che in anni recenti sono stati presentati come “comici satirici”. Se qualcuno li ha presentati come tali, e’ stato per effetto di un grande corto-circuito avvenuto in anni molto bizzarri, anni in cui anche uno come Enrico Bertolino – la cui battute hanno la stessa pericolosità del Danette Danone – veniva messo all’indice.
Giudicare la satira con il metro del “quanto mi fa ridere” e’ come giudicare un editoriale di un quotidiano con il metro del “quanto le natiche dell’editorialista sono sode”: non c’entra nulla.
Se tu preferisci farti una bella risata, e quindi alla satira preferisci la parodia, lo sberleffo, la faccetta, il doppio-senso, il cabaret tutto ciò e’ assolutamente normale: la satira e’ una nicchia che più nicchia non si può. Lo sa benissimo il conto in banca di chi la fa: infatti generalmente dopo un po’  la abbandona e passa a fare altro (Benigni, Grillo).
MA NON SI PUO’ FARE SATIRA SUI MORTI!
Piano un momento.
La satira, abbiamo visto, ha a che fare con lo schifo. Deve, per sua natura, suscitare una reazione forte, di pancia. Deve shoccare, nauseare. E come fa la satira a ottenere questo effetto? Attraverso la rappresentazione di immagini e simboli che una certa società, in un certo momento storico, ritiene sacri (altrimenti non ci sarebbe la reazione) che vengono usati, dal satirico, come mezzi per dire qualcosa su quella stessa società.
Se in una societa’ a essere considerato Sacro e’ il Clero, ecco che la rappresentazione del satirico avrà a che fare con i Papi (Dante Alighieri). Se Sacra e’ l’immagine del profeta, ecco le vignette a carattere religioso.
Da noi, che di sacro abbiamo pochissimo, la satira spesso si serve di bare e altre disgrazie. Attenzione pero’: l’obiettivo della satira, come detto, non sono certo le rappresentazioni.
Se si mostra Maometto su una nuvola che rivolto verso il basso dice “Insomma, basta! Abbiamo finito le vergini!” l’obiettivo non e’ certo lui e tantomeno l’Islam, quanto i kamikaze e la loro folle cultura.
Allo stesso modo, mostrando l’immagine delle bare di ritorno dall’Iraq o le macerie del Terremoto o…
I BAMBINI! L’ANNO SCORSO SE LA SONO PRESA CON I BAMBINI MORTI!!
…ecco, appunto, il bambino siriano morto in riva al mare. Ho visto che oggi le tue amiche lo hanno citato in lungo e in largo. Pero’ si sono dimenticate che quella vignetta non mostrava solo il bambino, ma – in lontananza – anche un cartellone di Ronald Mc Donald che  pubblicizza l’Happy Meal.
Quella vignetta, in una sola immagine (che faceva “schifo” e si serviva di una rappresentazione “sacra”) mostrava il paradosso dei migranti che muoiono nel tentativo di raggiungere una Terra Promessa, dove la Terra Promessa altro non e’ che quel delirio di centri commerciali e fast-food, di sogni infranti e economie depresse, di pubblicita’ e consumismo sfrenato che e’ oggi l’Occidente – dove l’infanzia, per giunta, e’ ridotta a segmento di mercato da conquistare a suon di offerte tipo Happy Meal.
Se la vignetta sia riuscita o no e’ un altro discorso. Qui e’ bene che tu capisca che il senso non era ridere di un bambino morto, ma riflettere (di nuovo: riflettere e non ridere, perché si tratta di satira) attraverso quella morsa allo stomaco sul dramma di milioni e milioni di persone che si trovano nella stessa situazione di quel bambino, per le quali il nostro Inferno appare loro come il Paradiso.
Quindi, secondo te, era più offensivo Charlie Hebdo, o i tanti giornali e giornalisti subdoli che hanno usato quella foto per fare click-baiting e avere più visite, in modo da guadagnare più soldi dalla pubblicità incorporata nell’articolo (pubblicità’, vedi, proprio come il Mc Donald della vignetta) ?
Allo stesso modo, la vignetta di oggi non vuole fare ridere delle persone schiacciate sotto le macerie. Vuole usare quell’immagine per far riflettere (di nuovo: riflettere, non ridere, e’ bene ripeterlo fino allo sfinimento) sul fatto che in tutti i Paesi sviluppati ad eccezione dell’Italia un terremoto di 6.2 non ti uccide.
E se in Italia ti uccide e’ perché, a causa della mentalità italiana – rappresentata con uno degli elementi più italiani di tutti, ovvero il cibo – da noi, come diceva Flaiano, tutto e’ grave eppure nulla viene affrontato seriamente, tanto meno la prevenzione sismica.
Quando ci offrono 80 euro in più in busta paga, o ieri 1000 euro in più per ogni bebe’, invece di mandarli a fare in culo e dir loro di occuparsi di cose serie – come la messa in sicurezza degli edifici – corriamo in massa a dargli il nostro voto.
Quando vediamo le immagini di terremotati di 20, 30 anni fa che ancora vivono nei container invece di indignarci cambiamo canale (e infatti nel famoso programma satirico di cui sopra quando ci si occupava di terremotati i servizi andavano in onda al sabato, quando l’ascolto non conta, perché a metterli in settimana si andava incontro a terribili debacle in termini di audience).
Quando accadono tragedie come queste siamo pronti a mobilitarci e a dare prove di coraggio e solidarietà straordinarie, ma quando si passa all’ordinario torniamo quelli di sempre, una scrollatina di spalle, un “e che vuoi farci, siamo in Italia!” e continuiamo ad auto-assolverci, facendo finta di non vedere, facendo finta di non sapere, quando invece vediamo e sappiamo benissimo, si tratti di evasione fiscale o  mafia o messa in sicurezza degli edifici…
Questo voleva dire Charlie Hebdo: che quei morti non sono morti di terremoto. Sono morti di Italia.
NON ME NE FREGA NIENTE! QUELLA ROBA VA PROIBITA!
Di nuovo: che tu dica questo non solo e’ giusto ma e’ pure naturale: del resto volevano proibire anche Aristofane e Dante. Proprio perché deve provocare reazioni forti, proprio perché palpeggia la societa’ nei suoi elementi sacri, e’ doveroso che essa si ribelli alla satira e ne chieda la testa. La richiesta di censura, per la satira, e’ come il Viagra. Sono le risatine forzate, i sorrisini a favore di camera dei politici da Floris quando Crozza li imita ad ammosciare l’autore satirico: non certo la minaccia di censura, che e’ cio’ per cui il satirico vive e per cui – come si e’ visto il 7 gennaio 2015 – e’ disposto a morire.
Ed e’ qui l’importanza decisiva che la satira gioca in una società: come una cartina di tornasole, la satira ne misura la liberta’ di espressione – di cui ci beamo quanto ci rapportiamo a modelli di società alternative alla nostra – che altrimenti sarebbe impossibile da determinare.  Come fare, infatti, a capire quanto una società sia libera se le opinioni espresse sono tutte, più o meno, aderenti all’ideologia ovvero rispettose del Sacro?
E’ proprio attraverso l’aggressione del Sacro che la satira si carica su di se’ il compito – ingrato, viste le denunce, i licenziamenti, e da qualche anno pure gli attentati terroristici – di testare quotidianamente il valore fondante di ogni democrazia.
Darei la vita per difendere la tua liberta’ di espressione, ma ti staccherei la testa per le idiozie che stai dicendo” diceva Voltaire (più o meno). La satira mette la società davanti a una sfida costante, ci obbliga ogni giorno a confrontarci con noi stessi, divide i fautori della società aperta da quelli della società chiusa, ci aiuta a capire chi dobbiamo eliminare dagli amici di Facebook.
Se una societa’ ha la forza di sopravvivere al disgusto provocato dalla satira, allora e’ una società libera. Ed e’ per quello che, un anno e mezzo fa, si gridava Je Suis Charlie. Non certo perché eravamo tutti diventati fans di una rivista che esiste da decenni ed era pure in crisi di vendite.
Ma perché e’ grazie anche a quella rivista se noi oggi possiamo definirci liberi. Chissà ancora per quanto.

sabato 3 settembre 2016

Arto Paasilinna è il vincitore della prima edizione del Premio Letteratura Umoristica "Giovannino Guareschi" promosso dal World Humor Awards

"Il fatto è che io, veramente... sono anche un po' matto. 
Non gliel'hanno detto, signorina, al villaggio?"
Da "Il mugnaio urlante" di Arto Paasilinna.

Arto Paasilinna è il vincitore della prima edizione del Premio Letteratura Umoristica "Giovannino Guareschi" promosso dal World Humor Awards, il concorso a premi per disegnatori umoristi e per opere letterarie, pubblicitarie e dello spettacolo che abbiano valorizzato l’umorismo.

Giovedì 1 settembre è stato consegnato il primo premio alla letteratura umoristica "Giovannino Guareschi" ad Arto Paasilinna. In sua vece hanno ritirato il premio i rappresentati della casa editrice Iperborea Casa Editrice. Ha consegnato il premio Giovanni Ciarlone, il presidente di Fitel Nazionale. A sx nella foto Gianandrea Bianchi , l'organizzatore dell'evento.

La cerimonia si è svolta nelle scuderie di Villa Pallavicino in Busseto, all'interno della mostra dei World Humor Awards, e per far conoscere l'autore si è tenuto un reading tratto dai testi, appunto, di Paasilinna. Daniela Stecconi e Rosanna Varoli alla lettura, il Maestro Corrado Medioli alla fisarmonica. Il suo nome non compare nella brochure perchè  ha fatto la straordinaria cortesia di aderire al tardivo invito così, senza nemmeno il nome in locandina. Che magico!




Dice Daniela Stecconi:
Scuderie di Villa Pallavicino a Busseto, premio letteratura umoristica ad Arto Paasilinna. A noi il piacere di averlo potuto leggere in pubblico: Corrado Medioli alla fisarmonica, Rosanna Varoli in blu, Daniela Stecconi in arancio. Musica e colori per Paasilinna, i suoi personaggi, e per la terra che questi personaggi partorisce, un pò folli un pò sbevazzoni un pò malinconici: la Finlandia. E il suo "infaticabile sole vermiglio delle notti bianche".





Allo scrittore finlandese Arto Paasilinna che pubblica in Italia con la casa editrice Iperborea è stato assegnato per la “letteratura umoristica” il primo World Humor Award 2016.
I libri di Paasilinna generalmente riflettono la vita comune finlandese, con uno stile impregnato di forte humour. Nelle sue opere traspare anche la difesa dell’ambiente e della vita naturale. Tra i suoi romanzi di maggior successo figura L’anno della lepre, per il quale ha ricevuto nel 1994in Italia il premio letterario Giuseppe Acerbi, e dal quale sono stati prodotti due film.
È uno degli scrittori finlandesi più conosciuti all’estero, dal momento che parte della sua produzione è stata tradotta in 45 lingue. In Italia è pubblicato fin dal 1994 dalla casa editrice Iperborea con le introduzioni di Fabrizio Carbone.
Opere tradotte in italiano
Riconoscimenti




http://www.worldhumorawards.org/

Matterello Humour 2016

Presso il Centro civico San Vigilio, sala "Alberto Perini" a Mattarello (TN)
è stata inaugurata  la mostra di vignette
"Mattarello Humour"

. Questi gli orari di apertura: giovedì 1 settembre - venerdì 2 e lunedì 5 settembre dalle 19.00 alle 22.00, sabato 3 e domenica 4 settembre dalle 10.00 alle 22.00.




"Mattarello Humour" la locandina.

Ospiti della "SAGRA DEI SANTI ANZOI 2016"

Giorgio Barchetti - Rovereto
Giovanni Beduschi - Bovisio Masciago (MB)
Athos Careghi - Milano
Andrea Foches - Trento
Roberto Giannotti - Savona
Alfio Leotta - Ancona
Antonio Mele - Melanton - Roma
Danilo Paparelli - Cuneo
Pierpaolo Perazzolli - EDYPerazz. -Mattarello (TN)
Luca Ricciarelli - Firenze
Tiziano Riverso - Busto Arsizio (VA)
Carlo Sterpone - Torino
Antonio Tubino - Genova
Fabio Vettori - Trento




"Mattarello Humout".....sul TRENTINO di oggi.



Direttore artistico della mostra Pier Paolo Perazzolli , qui sotto alcuni dei suoi ultimi lavori.


...piango le vittime del terremoto e sono vicino a chi, sopravvisuto, deve trovare la forza per continuare...



...a tutte le persone impegnate negli aiuti sul campo....mi perdonerete se non ci sono tutti .
Edy Perazzolli



Ceduto al miglior offerente durante la "Sagra dei Santi Anzoi". L'intero ricavato sarà devoluto alle prime esigenze dei terremotati.



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Alla prima edizione di "MATTARELLO HUMOUR"

partecipano 38 autori con 63 opere

Cesare Amerio Aisar - Canelli (AT)
Gianni Audisio - Saluzzo (CN)
Giorgio Barchetti - Rovereto
Giovanni Beduschi - Bovisio Masciago (MB)
Andre Bersani - Bologna
Enrico Biondi - Roma
Franco Buffarello - Sestri Ponente (GE)
Luciano Caratto - Genova
Athos Careghi - Milano
Mariano Congiu - Milano
Lido Contemori - Firenze
Gabriele Corvi - Codogno (LO)
Paolo Dalponte - Poia (TN)
Marco De Angelis - Roma
Del Vaglio (in ricordo di Paolo Del Vaglio) - Napoli
Andrea Foches - Trento
Marco Fusi - Milano
Roberto Giannotti - Savona
Antonio Guarene - Asti
Alfio Leotta - Ancona
Roberto Mangosi - Velletri (Roma)
Antonio Mele - Melanton - Roma
Marilena Nardi - Maserada sul Piave (TV)
Danilo Paparelli - Cuneo
Pierpaolo Perazzolli - Mattarello (TN)
Andrea Pecchia - Roma
Luca Ricciarelli - Firenze
Andrea Righi - Soliera (MO)
Tiziano Riverso - Busto Arsizio (VA)
GIULIANO Rossetti - Firenze
Oscar Sacchi - Carpi (Mo)
Eugenio Saint Pierre -Treviso
Giovanni Soria - Torino
Carlo Sterpone - Torino
Lucio Trojano - Roma
Antonio Tubino - Genova
Fabio Vettori - Trento
Leonardo Zaza - Taranto

Sono andato a Mattarello spacciandomi per angelo...
non ci hanno creduto
GIULIANO


giovedì 1 settembre 2016

Mister Rossi in Venice

In attesa che anche il regista Marco Bonfanti e il protagonista Bruno Bozzetto arrivino a Venezia, il Signor Rossi è già andato a fare un sopralluogo...



Pubblicato il 01 set 2016
Against his will, Mister Rossi ends up in Venice, in a very dirty lagoon among hazardous and unsteady buildings and on board of overloaded and unsafe steamboats. To win over a pretty tourist, Mister Rossi unsuccessfully tries to fight against the disease which is destroying Venice..

Il Signor Rossi, contro la sua volontà, si ritrova questa volta a Venezia. Le sue avventure si snodano in una laguna sempre più inquinata, tra costruzioni incerte e traballanti, a bordo di vaporetti stracarichi e pericolanti, dove la Venezia delle cartoline è solo un lontano ricordo.

©Bruno Bozzetto.
http://www.bozzetto.com





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22 settembre #FertilityDay


È impossibile capire cosa passasse per la testa di chi ha concepito, elaborato e approvato questo Piano Nazionale per la Fertilità, che mescola ansia e pressione sociale a un linguaggio infantile e paternalistico e a ricordi da Ventennio fascista.


Proteggi la tua fertilità
Per te. Per noi. Per tutti
#fertilityday



Nel 1996, lo stupro passò da essere reato contro la morale a reato contro la persona: il corpo non era più pubblico demanio ma proprietà privata di una persona sola.
Vent’anni dopo, la fertilità viene definita un bene comune. Il corpo rimesso a disposizione di tutti per il ripopolamento del paese.

'La bellezza non ha età, la fertilità sì' 
'Datti una mossa! Non aspettare la cicogna'
 'Genitori giovani. Il modo migliore per essere creativi' 
 'La fertilità è un bene comune' 

Fertility Day
CeciGian

ll calo demografico italiano si affronta con più consultori, più asili nido, più congedi parentali, più aiuti economici alle famiglie, non con la retorica neofascista di una pessima campagna d'informazione. 
Strano che questa ovvietà non sia chiara anche al Ministro della Salute, diventata mamma a 43 anni. Ma evidentemente per un politico è difficile capire i problemi economici delle persone.
Gian Lorenzo Ingrami


Fabio Magnasciutti


Il Fertility Day e il corpo come pubblico demanio
di Giulia Blasi
D omani, 1 settembre, avrei dovuto partecipare a un incontro con la Ministra della Salute Beatrice Lorenzin in occasione del lancio del Fertility Day, giorno dedicato alla fertilità. Avevo in programma di farle una domanda sulla questione dell’obiezione di coscienza negli ospedali. Poi è uscita la campagna a sostegno dell’iniziativa, e ho deciso di rinunciare. Ne riporto solo alcune immagini, dato che la sezione del sito che conteneva la totalità di queste perle è indisponibile da almeno un’oretta, forse in un soprassalto di decenza che equivale a chiudere la stalla quando i buoi stanno già belli che due praterie più in là.
(continua)




Ecco la nuova, sorprendente trovata del Ministro della Salute Beatrice Lorenzin: il #FertilityDay, da festeggiare il 22 settembre (per inciso, il giorno del mio compleanno... non poteva farmi regalo peggiore).

Ed ecco le cartoline costruire ad hoc per l'evento.
Le trovate nell'immagine di questo post.
Le analizziamo insieme?

1) "La bellezza non ha età, la fertilità sì"
Vuol dire, semplicemente, affrettatevi a fare figli: non avete un lavoro stabile? Che importa. Non siete certi che il vostro partner sia quello giusto? Mio Dio quanti problemi vi fate. Forza, procreate, fatelo a cuor leggero, ché dove mangiano due mangiano tre.

2) "La fertilità è un bene comune"
Non lo è. Non è come l'acqua. La fertilità è una caratteristica fisica individuale. Il Ministero della Salute dovrebbe fare ricerca e rendere accessibile la procreazione per quelle coppie affette da sterilità e non invitare genericamente a fare figli. Research&development dovrebbe essere la tendenza e invece questi ci riportano al Medioevo.

3) "Genitori giovani. Il modo migliore per essere creativi"
Da ovazione, in un Paese con il tasso di disoccupazione come quello italiano, dove chi ha talento, ambizioni e speranze emigra; dove chi non ha la solidità economica di un famiglia che possa garantire studi e accesso alla professione, lascia il Paese, sembra una presa in giro. Immagino che tutti i neogenitori quarantenni avrebbero voluto avere figli a venticinque anni, ma magari al tempo si stavano facendo le ossa, stavano lavorando gratis per qualche azienda, stavano forse trovando difficoltà a entrare nel mondo del lavoro e quindi, responsabilmente (loro sì, per fortuna) avranno pensato che per un figlio ci sarebbe stato tempo.

(e ultimo, tiriamo un sospiro di sollievo)
4) "La Costituzione tutela la procreazione cosciente e responsabile"
Dove in rosso, evidenziato, non trovate "cosciente e responsabile", ma "procreazione". Per i nostalgici, un tuffo nel passato.
Roberto Saviano


Speravo fosse uno scherzo ma non lo è. Il piano nazionale per la fertilità, una trovata del Ministero della Salute che farebbe concorrenza ad un manifesto elettorale di Mario Adinolfi e Paola Binetti. Ricordatevi che dopo una certa età siete sempre belle ma non servite più a molto e che la vostra fertilità è un po' di tutti. E' necessario un capovolgimento della vostra mentalità. Il Ministro Lorenzin vi darà indicazioni precise. Via ogni contraccettivo dalle vostre abitazioni. Abbia inizio la rivoluzione culturale del nuovo millennio. Per par condicio c'è anche un'elegante cartolina per l'uomo. #vergogna #fertilityday
Emiliano Poli




Dovremmo fare un'altro figlio
Fulvio Fontana



Romaniello


Forse l'ho data male
Riverso


Una campagna, più che semplicemente imbarazzante.... "complicatamente vergognosa!"
Nemmeno negli anni '50 si osava tanto...
Vanessi


Fran de Martino






Fabio Magnasciutti


Dopo il fertility day, la battaglia del granoday e l'oroallapatriaday
Riverso


http://www.fertilityday2016.it/