lunedì 29 settembre 2014

Buduàr 18

Un premio a BUDUÀR. Che viva BUDUÀR.

E così Buduàr ha vinto il premio Pino Zac a Forte dei Marmi.
[...]
Ho scritto "che viva Buduàr" perchè spero sinceramente che il nostro progetto possa continuare ad andare avanti e possa essere conosciuto sempre più raggiungendo anche i ragazzi più giovani. L'umorismo è passione e piacere, ma è anche vita, da godere con un sorriso.
(dall'Editoriale di Buduàr n.18 di Dino Aloi)




ATTENZIONE. ABBIAMO RISCONTRATO PROBLEMI DI VISUALIZZAZIONE CON CHROME. NON DIPENDONO DA NOI, MA DAL BROWSER.
PER LEGGERE SENZA PROBLEMI BUDUAR UTILIZZATE FIREFOX O SAFARI.

COPERTINA DI LIDO CONTEMORI
Un numero leggermente autocelebrativo con un lungo servizio sul Premio satira Politica di Forte dei Marmi, ma anche un numero particolarmente ricco di sorrisi e di storia. Il resoconto della giornata a Le Piastre per il Premio della Bugia, un ricordo dell'amico Paolo del Vaglio, il punto sul Cabaret stilato con dovizia di particolari da Emilio Isca, una finestra sull'animazione e molto altro in più di 100 pagine di qualità garantita.
In questo numero:
Dino Aloi, Giada Aloi, Mirko Amadeo, Pietro Ardito, Gianni Audisio, Pierre Ballouhey, Carlo Baffi, Emanuele Begliomini, Antonio Botter, Graziano Braschi, Franco Bruna, Berlinghero Buonarroti, Gian Paolo Caprettini, Luciano Caratto, Athos Careghi, Sergio Cavallerin, Giorgio Cavallo, Davide Ceccon, Gianni Chiostri,Lido Contemori, Lele Corvi, Milko Dalla Battista, Vincenzo D’Agostino, Marco De Angelis, Paolo Della Bella, Paolo del Vaglio, Umberto Domina, Antonio Ghirelli, Guido Giordano, Firuz Kutal, Emilio Isca, Gianlorenzo Ingrami, Sergio Ippoliti, Benito Jacovitti, Enzo Lunari, Boris Makaresko, Ro Marcenaro, Fabio Magnasciutti, Melanton, Claudio Mellana, Giulio Mellana, Marco A. Morini, Marco Novarino, Angelo Olivieri, Andrea Pecchia, Omar Perez, Danilo Paparelli, Passepartout, Alessandro Prevosto, Federico Ricciardi, Umberto Romaniello, Robert Rousso, Giuliano Rossetti, Ugo Sajini, Francois San Millan, Doriano Solinas, Carlo Squillante, Sergio Staino, Achille Superbi, Lucio Trojano, Pietro Vanessi, Fabrizio Zubani.
Il giornale è sfogliabile usando gli appositi tasti di navigazione in basso a destra di ogni pagina.
E' anche possibile sfogliare clikkando col mouse o usando il dito (su palmari e smartphone) e trascinando la pagina a destra, sinistra o in basso.



domenica 28 settembre 2014

L'Unità

La chiusura del quotidiano L'Unità nelle vignette degli autori satirici:


fU.
Marco Tonus


HANNO UCCISO L’UNITÀ
PORTOS / Franco Portinari


Senza parole.
Tomas




Gava by Meno




Unità
Oltre alle responsabilità del Pd, ci sono anche quelle degli altri soci. Il salvataggio non è stato possibile per i veti incrociati dei soci“. Nell’ultimo giorno delle pubblicazioni de l’Unità, il direttore Luca Landò è comunque fiducioso. “Siamo una testata dura e torneremo in edicola“. Da il manifesto di oggi.  
Mauro Biani




Davide Caviglia-L'Antitempo


Romaniello


Tullio Boi





Vauro






Paride Puglia













Maramotti



Ellekappa, L'Unità del 31.07.2014 (ultimo numero)

Le vignette di ElleKappa - Repubblica.it



Sergio Staino

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Valenza Po: I 90 anni dell'Unità da non disperdere

Bobo c'è

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sabato 27 settembre 2014

Valenza Po: I 90 anni dell'Unità da non disperdere


I 90 anni dell'Unità da non disperdere

Mostra e spettacolo sabato 27 settembre a Valenza Po

Sabato 27 settembre, a Valenza Po, la Fondazione Fondazione Luigi Longo, con il patrocinio dell’Ordine dei Giornalisti del Piemonte, organizza "1924-2014: Novant’anni da non disperdere", riferito ai 90 anni di fondazione del quotidiano "l'Unità".
Alle 17,30, al Centro Cultura di Valenza Po, è in programma "Noi e la satira dell'Unità", con Sergio Staino, Dino Aloi ed Emanuele Macaluso.
Alle 19, sempre al Centro Cultura di Valenza Po, è prevista l'inaugurazione della mostra "Tango, Cuore e… Come la satira ha fatto morire (dal ridere) il Partito Comunista", con con Sergio Staino, Dino Aloi, Emanuele Macaluso e Ugo Sposetti. A seguire "Il terzo segreto di satira", spettacolo satirico con Pietro Belfiore, Davide Rossi, Davide Bonacina, Andrea Fadenti, Andrea Mazzarella e la collaborazione straordinaria di Sergio Staino.



cliccare qui per ingrandire l'img

venerdì 26 settembre 2014

26 settembre "La notte dei ricercatori"

"La notte dei ricercatori"
Sergio Staino



LA NOTTE EUROPEA DEI RICERCATORI: Una notte, centinaia di città Europee e non

Comunicazione della scienza attraverso esperimenti scientifici dal vivo


Non mancare alla Notte Europea dei Ricercatori, venerdì 26 Settembre 2014!

Si tratta di una mega manifestazione che si svolge simultaneamente ogni anno in una sola notte di Settembre in centinaia di città Europee e non.

Con la famiglia, la scuola, gli amici o da solo potrai assistere dal vivo ad affascinanti esperimenti scientifici.

Cosa fanno realmente i ricercatori e perché ciò è importante per la tua vita quotidiana?

  • Le opere d’arte, possono essere conservate per sempre?
  • Come si analizza la qualità dell’acqua e la fertilità del suolo?
  • Può una mano bionica essere sensibile quanto una vera?
  • Quali sono i problemi dei rifiuti spaziali e come possiamo liberarcene?
  • Come possiamo sentire cantare una balena sotto l’acqua?

Troverai le risposte a queste ed ad altre domande grazie a visite guidate dietro le quinte dei laboratori di ricerca che sono normalmente chiusi al pubblico, e potrai assistere a spettacoli di scienza interattivi, esperimenti pratici o seminari.

La mappa interattiva per sapere dove.
Il sito della comunità europea

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Nel mio territorio


Ricchissimo il programma, che permetterà ai visitatori di “toccare con mano” i tanti ambiti di ricerca in cui sono impegnati il personale dell’Università di Parma e di Imem – Cnr.
Si potrà partecipare a una speciale “Caccia al tesoro della scienza” e immergersi nelle “notti bianche” di Gogol’ e Dostoevskij; diventare ricercatori per un giorno partecipando a un progetto di censimento e monitoraggio delle formiche – con tanto di kit di raccolta – e vedere da vicino “la magia del mondo microbico”; sfidare i robot giocolieri e riconoscere – aiutati dai Maestri del gusto – come funzionano i cinque sensi in relazione agli alimenti; parlare di diritti umani al cinema e ammirare il simulatore di UniPR Racing Team; andare  “A spasso nel nanomondo” e conseguire – con 5 lezioni – una (simbolica) laurea in una notte.
E poi ancora: laboratori alla scoperta degli organismi viventi seguendo il filo dell’evoluzione, appuntamenti dedicati al binomio sport & salute, laboratori di avvicinamento alla progettazione architettonica e urbana, momenti golosi come “la fabbrica delle caramelle”, un filo diretto con i ricercatori del CERN di Ginevra, incontri sull’evoluzione del credito nel nuovo millennio, esperimenti per capire come funzionano fibre ottiche, robot mobili e veicoli a guida automatizzata, conferenze sullo stress e sulle ultime novità in tema di terapia chirurgica mini-invasiva endoscopica di emicrania e iperidrosi, focus sulla cura degli animali “non convenzionali” (dalle tartarughe di terra e d’acqua dolce a gechi e serpenti, dai pappagalli ai porcellini d’India) e visite alle stalle del Dipartimento di Medicina Veterinaria, osservazioni biologiche e zoologiche nell’Orto botanico, inviti ad ascoltare il suono delle onde gravitazionali, percorsi di approfondimento su come nasce un farmaco e tanto altro ancora. Il tutto guidati da docenti, ricercatori,  dottorandi, assegnisti e studenti dei diversi Dipartimenti.
Tra gli appuntamenti speciali: “Una notte in biblioteca, apertura straordinaria della Biblioteca del Polo umanistico presso “I Paolotti” in via D’Azeglio dalle 18 alle 22; Mangio sano e sicuro, ciclo di brevi seminari che si terranno nel pomeriggio nella sede dell’Autorità Europea per la Sicurezza Alimentare (EFSA); Brindiamo alla nostra salute! Come ricerca e sviluppo migliorano le condizioni di vita delle persone", con il coinvolgimento diretto di alcune aziende del territorio.
Evento speciale al termine  della Notte dei ricercatori sarà l’inaugurazione di “Erasmus and International Home” in Piazzale San Francesco, il nuovo punto di riferimento di Ateneo per gli scambi didattici internazionali e per l’accoglienza di docenti e studenti stranieri: sarà una vera e propria festa che si svolgerà a partire dalle 21,30, con interventi di musica dal vivo e che si concluderà con Dj set di Marco Pipitone dalle 23 all’1 di notte.
- Bus navetta
Per spostarsi da un polo all’altro sarà approntato un servizio di bus navetta gratuito. Fermate: Piazza Garibaldi, Via del Taglio (Dip. di Medicina veterinaria), Campus. Frequenza bus: ogni ora dalle 15 alle 20.
- Sul web: sito e social media
Gli studenti del corso in Giornalismo e Cultura Editoriale seguiranno e commenteranno con un reportage la Notte dei ricercatori 2014.
Un sito dedicato alla Notte dei Ricercatori, unitamente a una pagina e a un evento Facebook (facebook.com/comunicarelaricerca), è stato predisposto con la collaborazione degli studenti dell’Università, e con il contributo attivo del pubblico gli eventi saranno commentati attraverso i social network.
#nottericercatori #comunicarelaricerca #ndrparma2014.
Per informazioni: info@comunicarelaricerca.it
- Aperture straordinarie di mostre e musei
In occasione della Notte dei Ricercatori è prevista un’apertura straordinaria fino alle ore 23 dei Musei civici di Parma, con ingresso gratuito. Saranno aperti il Castello dei Burattini, la Pinacoteca Stuard e i musei della Casa della Musica (Museo multimediale dell’Opera, Casa del Suono, Casa Natale di Arturo Toscanini).
Apertura straordinaria, sempre fino alle 23, anche per le mostre “Alfred Hitchcock nei film della Universal Pictures” e “Stanislao Farri. Sulle tracce della luce”, a Palazzo del Governatore.
Apertura in anteprima, infine, per la mostra “Sfogliare stanze. Munari e altre storie per raccontare Corraini Edizioni”, dalle 18 alle 22 a Palazzo Pigorini.
Il programma completo delle iniziative della “Notte dei ricercatori”, costantemente aggiornato, è consultabile sul sito www.unipr.it, al banner “Comunicare la ricerca”.



Comunicato stampa congiunto Università di Parma, Comune di Parma, Imem - CNR



giovedì 25 settembre 2014

Ritratto di Milena Vukotic

Il 17 agosto  su la Repubblica un grande ritratto di Riccardo Mannelli
e l'intervista di Antonio Gnoli
a Milena Vukotic




Milena Vukotic: "Io, protagonista non protagonista tra Buñuel e la signora Fantozzi"

L'attrice nota al grande pubblico nei panni della "signora Pina": "Paolo Villaggio mi ha messo in uno schema che ho cercato di alleggerire e forzare con altre parti"
di ANTONIO GNOLI

 Lettera a Milena. Piacerebbe iniziare questo "straparlando" con una lettera a Milena Vukotic. Per dirle: "Cara Milena, lei è una straordinaria attrice che da sola avrebbe potuto arricchire un pezzo di storia del cinema e del teatro italiano. E se ciò non è accaduto è per l'insipienza e la pigrizia di tutti coloro, tra i registi importanti e no, che l'hanno usata senza accorgersi del dono prezioso che avevano tra le mani".

Ma poi penso che le vite vanno prese per quello che sono e che anche nel piccolo, soprattutto nel piccolo, c'è, inatteso, del grande. Sovente misconosciuto. In una mattina di sole aspro Milena Vukotic mi attende nella sua casa romana del quartiere Salario. Una blusa leggera, pantaloni chiari e un trucco lieve che adorna due occhi in permanente stupore mi accolgono con calma e un moto di apparente tristezza. Tutto intorno, nella stanza che è poi lo studio dove l'attrice lavora, libri e foto di famiglia dove un passato musicale sembra affiorare con evidenza: "Vede, quello grande è il ritratto della nonna. Una donna straordinaria. Pianista eccelsa, dicono. Morì di febbre gialla a Rio dopo aver dato alla luce mia madre che dunque per caso, e per sventura, nacque in Brasile. E il governo di quel paese, per quei fatti drammatici, le assegnò una pensione a vita".

E restò lì?
"No, tornò in Italia e fu affidata a una famiglia per bene che le fece a sua volta studiare pianoforte".

Che anni erano?
"Nonna Gemma era del 1867. Era nata a Pisa e cominciò a fare concerti a sette anni. C'era già allora la moda dei bambini prodigio. Morì a 26 anni. Fatti due conti direi che la mamma cominciò a studiare pianoforte e composizione ai primi del Novecento. Fu allieva di Casella e Respighi e tra i compagni di corso a Milano ebbe Victor de Sabata".

Che ricordo ne ha?
"Di una donna libera e generosa. Non avendo avuto una vera madre ha sempre sognato di esserlo pienamente. Nonostante la carriera di concertista ebbe 4 figli".

E il nome Vukotic?
"Da mio padre, le cui origini erano slave, precisamente montenegrine. Strana figura di letterato e diplomatico. Studiò un po' di musica, venne a Roma e all'inizio entrò nella cerchia dei futuristi. Parlava a volte della sua esperienza con il teatro di Bragaglia. Alla fine, la carriera di diplomatico prese il sopravvento. Ho passato la mia infanzia viaggiando: Londra, Vienna, poi in Olanda e a Istanbul e soprattutto a Parigi che fu la mia città formativa. Coincise con la separazione dei miei genitori".

E lei?
"Ero giovane, un po' turbata e silenziosa. Mio padre se ne andò, fu un addio senza veri traumi. Mia madre aveva il suo lavoro, necessario per provvedere a tutto. Fui sistemata in un pensionato e mi dedicai alla danza. Anni importanti che arricchirono la formazione artistica. Nel saggio finale al Conservatorio ebbi il primo premio e questo mi consentì di entrare all'Opera di Parigi".

Sorprende un po' questo esordio nella danza.
"Perché? Dopotutto per alcuni anni è stata la mia compagna, la mia abitudine. Per sei mesi lavorai con Roland Petit e poi, avendo bisogno di guadagnare, entrai nella compagnia del maestro de Cuevas. Fu un'esperienza meravigliosa che durò tre anni. La compagnia, sotto l'egida di quest'uomo straordinario, per importanza era succeduta ai balletti russi di Diaghilev. E molte stelle come Hightower, Skibine e un giovane Nureyev vi presero parte. Ma quando arrivò Nureyev io non c'ero già più".

Perché decise di abbandonare un mondo così promettente?
"In Italia la danza era considerata un'arte per pochi eletti, un piccolo mondo chiuso. E anche vagamente pretenzioso. D'altro canto, a Parigi avevo studiato anche teatro ".

E il cinema?
"Arrivò in modo curioso, dopo che vidi La strada di Federico Fellini. Fu un colpo di fulmine. Un incantamento. Io che non sono mai stata sicura di niente fui sicura di volerlo incontrare. Giunsi al suo cospetto con una lettera di presentazione che dimenticai di dargli. Restai a lungo muta. Ma era un silenzio senza imbarazzi. Mostrò interesse alla mia storia. Promise un suo interessamento. Furono le basi per una collaborazione e un'amicizia che sarebbe durata nel tempo. Fino alla fine".

Negli ultimi anni, si dice, fosse un uomo amareggiato.
"Sentiva che le porte del cinema, che per lui erano sempre state spalancate, non si aprivano più. Una sera venne da me a cena. C'era anche Paolo Villaggio. Scoprii, improvvisamente, un uomo malinconico. Paolo era scintillante, provocatorio, surreale. Federico si ritraeva come a giustificare un'assenza. Quando ci fu il commiato, guardandomi si scusò di non essere quel maestro di ironia alla quale ci aveva abituati. Disse: "Scendere a patti con la vita è meno piacevole di quello che può sembrare". Sono sicura che non si sarebbe ammalato se avesse continuato a lavorare".

Lo ha visto negli ultimi giorni?
"Passò le ultime settimane al Policlinico. Andavo tutti i pomeriggi. Ricordo l'assembramento dei fotografi e dei giornalisti. Federico era in coma. Poi arrivò la notizia della sua morte. È strano. Ma, quella domenica, non c'era nessuno ad accoglierla. Solo io, il suo parrucchiere e un suo aiuto. Ci guardammo e l'aiuto disse: "Forse dovremmo farlo sapere al Vaticano che Fellini è morto. E che suonino le campane di Roma". Telefonammo. Ci risposero che solo i papi e i sovrani avevano diritto alle campane della città".

Non ha lavorato molto con Fellini.
"Non tantissimo. È prevalsa l'amicizia. Del resto, non ho mai chiesto nulla. Una volta che eravamo assieme mi disse: sai tra i miei sensi di colpa, e sono tanti, c'è anche quello di non averti dato dei ruoli importanti".

Come reagì?
"Mi sembrò di arrossire. Non me lo aspettavo. Gli risposi: tu sei il cinema. Tu decidi. Ed è vero. Ricordo che quando Buñuel mi chiamò per un ruolo nel Fascino discreto della borghesia , Fellini fu il primo a cui lo dissi. Ne fu felice. Stimava tantissimo Buñuel: "È il solo che sia riuscito a trasformare i sogni in realtà", commentò e aggiunse: "Ma quanti anni ha?". A Parigi, dove giravamo, riferii a Buñuel l'apprezzamento. "Ah, grande Fellini. Che età ha?", chiese divertito".

Com'era Buñuel sul set?
"Poteva farti fare qualunque cosa. Ma senza imporla. Solo con il fascino e la delicatezza dei suoi modi. Interpretavo una cameriera che doveva dire di essere stata lasciata dal suo fidanzato. Lui cambiò il copione e aggiunse: perché troppo vecchia. Venne da me e mi disse: non le dispiace sembrare una donna di 70 anni?"

E davvero non le dispiacque?
"No, siamo strumenti, in un certo senso involontari. Con Buñuel ho fatto tre film, tra cui l'ultimo: L'oscuro oggetto del desiderio . Ero stato a trovarlo a Parigi e mi disse che non aveva ruoli per me. Poi incontrai a Roma Fernando Rey che mi avvertì che stava cambiando la sceneggiatura: scrivigli e vedrai che qualcosa uscirà. Ero scettica. Ma gli scrissi. Mi rispose, era il 1976, con una letterina dall'Hotel Aiglon, dove soggiornava e mi ribadì, insieme agli elogi, che non aveva parti per me".

E lui?
"Mi guardò con l'infinita pena che hanno certi vecchi e disse: "Dovevo essere completamente ubriaco". Poi si fece portare una penna. Prese il libro. Lo aprì. E scrisse: " Nous sommes toutes des hommes, soi disant, libres. Croyez moi, Milena" . Ecco cosa intendo: il suo cinema, tra le diverse cose raccontava anche la sua disillusione".

E poi come arrivò a fare il suo ultimo film?
"Una mattina mi arrivò un telegramma nel quale si diceva che c'era un ruolo anche per me".

Come è stato passare da Buñuel al ruolo della "signora Pina" la moglie di Fantozzi?
"Quel ruolo non fu creato per me. Sono subentrata. Avevo conosciuto Villaggio in televisione: una personalità prorompente. La sua intelligenza per me è stata un arricchimento continuo. Ha creato la maschera di Fantozzi attorno alla quale ha fatto ruotare una galassia di facce straordinarie. Tra cui la mia. Che ho interpretato con la consapevolezza di stare recitando un cartone animato".

Una figura totalmente disincarnata?
"Senza contatti con la realtà".

Eppure condannata in un certo senso a essere riconosciuta come la "signora Pina".
"Effettivamente, Paolo mi ha messo in uno schema. Ma ho cercato di alleggerirlo e di forzarlo con altre parti, altri ruoli".

Lei dà l'idea di una donna molto schiva.
"Sì, ma sono migliorata. La timidezza è oggi meno evidente ".

La timidezza è stata una forma di sofferenza?
"Ci si sente meno normali. Incapaci di partecipare alla vita come vorremmo".

E sulla scena?
"Ci si disfa delle paure, dei pudori, delle resistenze. C'è una parte di noi che ha bisogno di esprimersi. E ringrazio coloro con cui ho lavorato: Strehler, Zeffirelli, Enriquez, Missiroli e il mio amico fraterno Paolo Poli. Sto parlando di teatro".

E il cinema?
"Mi dà più felicità, ma anche meno coinvolgimento. Ho lavorato con quasi tutti i registi e con i più grandi attori. E pensare che al mio esordio Renato Castellani, al quale ero stata presentata mi disse: per fare cinema dovresti essere o bella come Gina Lollobrigida oppure profonda come Anna Magnani. E tu non sei né l'una né l'altra. Lascia perdere ".

È sempre stata così martoriata?
"Abbastanza da potermene alla fine fregare. Non ho quasi mai scelto io le cose da fare. Sono le cose che hanno scelto per me, quello che mi è stato proposto ho valutato come affrontarlo".

Si sente in credito con la vita?
"È buffo. Ma non ho rimostranze. In fondo mi ritrovo più a mio agio nel surreale che nel reale".

Perché?
"Mi fa volare, mi fa andare oltre. È come il passo di danza che si sforza per vincere la gravità del peso".

La realtà diventa così più leggera?
"La si guarda con altri occhi e si finisce con l'accettarla con altri occhi".

Crede in dio?
"Dio non ha avuto un posto privilegiato. Niente nella mia famiglia è stato all'insegna della normalità. Il legame più forte fu con mia madre. Totale. Fino alla sua morte. Solo dopo sono riuscita a sposarmi. E quanto alla fede penso che da qualche parte c'è un'energia da cui si può attingere. Ma senza che tutto questo venga regolarizzato. In nessun modo. Dio è come leggere un libro pieno di sorprese".

Cosa sta leggendo?
"Un libro sul silenzio".

Le piace il silenzio?
"Non posso dire che mi piace. Amo la compagnia. A volte sono attratta dalla possibilità che attraverso il silenzio si possano sentire altre voci, altri suoni. Una musica parallela o alternativa".

È una donna alternativa.
"In che senso?"

Una protagonista senza protagonismo.
"Sono contenta per tutto quello che ho realizzato. Anche se qualche rimpianto può esserci".

Per il fatto che il cinema non le ha dato la centralità che meritava?
"Penso sempre che non sia mai troppo tardi. Sono qui in attesa. Intanto vado avanti".

Non pensa di essere fuggita dalla sua bravura, a cominciare dalla danza?
"Evidentemente non ero così brava. Ma non sono mai fuggita da niente, soprattutto da me stessa. E non è questione di responsabilità, ma di modo di essere e di stare al mondo".

Che impressione le faceva, non come regista ma come uomo?
"Credo che la grande esperienza surrealista degli anni Venti e Trenta lo avesse segnato definitivamente. C'era in lui la malinconia dell'anarchico".

Cosa intende dire?
"Glielo posso tradurre con un episodio. Quando terminò l'impegno nel primo film, acquistai la monografia di Freddy Buache su di lui. Nel congedarmi volevo chiedergli di firmarmela. Ma non ebbi il coraggio. Poi, durante la notte sognai che Buñuel apponeva sul libro la seguente dedica: "Siamo tutti uomini liberi". Il giorno dopo, sull'onda di quel sogno, tornai sul set. Durante una pausa mi avvicinai raccontandogli della dedica che avevo sognato".

mercoledì 24 settembre 2014

Floris sostituisce la Gruber


martedì 23 settembre 2014
LASETTETE
Alzi un dito chi crede che l'indisposizione della Gruber non sia dovuta ad una sacrosanta arrabbiatura.
In effetti non si capiva la necessità di un talkshow analogo a "otto e mezzo" collocato a monte dello stesso e denominato con grande fantasia "diciannoveequaranta" anche se condotto dall'ormai famoso Giova.
Che la sostituzione della brava Lilli sia dovuta realmente alla sua indisposizione, o dal flop del nuovo programma di Floris o prevista in anticipo non è dato di sapere. 
UBER





MAZZO DI FLORIS
22 settembre 2014
http://www.ansa.it/sito/notizie/cultura/tv/2014/09/22/tv-lilli-gruber-assente-floris-da-stasera-conduce-otto-e-mezzo_7d81e28c-b2e8-4743-a59c-c86191dfd231.html
Riproduzione vietata senza autorizzazione. Copyright PORTOSCOMIC.ORG
PORTOS / Franco Portinari




Giovanni Floris prende il posto di Lilli Gruber a Otto e mezzo e si ferma, almeno momentaneamente, l’avventura, partita non bene, di diciannovEquaranta.
«Per il protrarsi dell’assenza di Lilli Gruber - ha comunicato La7 -, da questa sera la conduzione di Otto e Mezzo sarà temporaneamente affidata a Giovanni Floris. La programmazione di diciannovEquaranta viene momentaneamente sospesa per consentire a Floris di condurre Otto e Mezzo. La decisione è stata presa dall’editore Urbano Cairo con il pieno accordo di Lilli Gruber, che tornerà quanto prima alla guida del suo programma». «Spero che ora finiscano le dietrologie dei giornali particolarmente sgradevoli quando si parla di un problema di salute», ha commentato Enrico Mentana nel TgLa7 della sera, riferendosi alle ricostruzioni giornalistiche che parlavano di dissapori tra Floris e Gruber e di contatti di quest’ultima con Rai3. (fonte)

domenica 21 settembre 2014

Il risultato del referendum scozzese: "No, Thanks!"



IT'S TIME TO CHANGE STEREOTYPE    Gianfranco Uber
The outcome of the Scottish referendum does not split Britain but surely the English primacy comes out a bit 'dented.
21 Sep 2014 Cartoon Movement


Tomas
 
Cartoon Movement



Filo di Scozia
Massimo Gramellini
C’è poco da dire: usata bene, nel contesto giusto, la democrazia funziona ancora meglio di qualsiasi altro sistema inventato dall’uomo. Si prenda la Scozia: alle elezioni il partito indipendentista chiede i voti su un programma che pone al primo posto un referendum per separarsi dal Regno Unito. Ebbene, cosa fa il partito indipendentista subito dopo la vittoria? Esattamente ciò che aveva detto: chiede a Londra il referendum. E Londra, che potrebbe negarglielo o ritardarlo con una di quelle tattiche dilatorie in cui i politici sono maestri, a sorpresa glielo concede: mettendo a repentaglio le coronarie della Corona e la carriera del premier Cameron. In campagna elettorale ci si divide con passione e a volte con durezza, ma senza insulti né incidenti. Il primo ministro inglese promette: se il Sì perde, darò comunque più potere agli scozzesi. Il primo ministro scozzese ribatte: se il Sì perde, un minuto dopo mi dimetto. In cabina tutto fila liscio e sulla scheda il quesito è indicato con una frase breve, semplice e chiara: «Vorresti che la Scozia fosse una nazione indipendente?». Il Sì perde, seppure di poco: 55 a 45. E un minuto dopo il primo ministro scozzese si dimette, invece di accampare scuse o cantare vittoria esibendo una percentuale di consensi più alta di quella ottenuta alle precedenti consultazioni da Braveheart.
Perché le idee sono importanti, ma le persone che le applicano di più. Ci rifletta, il Renzi, quando a proposito di diritto del lavoro ciancia di modello danese. Per realizzare il modello danese ci vogliono i danesi.




In Scozia vince il NO. I sogni autonomisti si infrangono probabilmente contro le più pragmatiche considerazioni economiche abilmente utilizzate da Londra.
(votabile su CARTOONMOVEMENT
Gianfranco Uber


Portos


scotch
fabiomagnasciutti



VAURO


Consolation
BY PETAR PISMESTROVIC, KLEINE ZEITUNG, AUSTRIA - 9/19/2014


19 settembre 2014 - Il risultato del referendum stabilisce che la Scozia resta nel Regno Unito.
© Milko Dalla Battista



18 settembre 2014 - Massima incertezza nel referendum per l'indipendenza della Scozia.
(Sotto il kilt si cela una corona!)
© Milko Dalla Battista


No scandal
Tullio Boi



Scotland
BY PAVEL CONSTANTIN, ROMANIA - 9/19/2014

My cartoon Thursday @TheTimes: Michty Moose Salmond's independence Fantasia. It Disnae mak sense.
Peter Brookes



My cartoon Saturday@TheTimes. Nature Notes: Conkered (Salmondis resignatus)
Peter Brookes


Schrank -The Indipendent

Dave Brown -The Indipendent
Dave Brown -The Indipendent



Cameron and referendum Scotland
BY TOM JANSSEN, THE NETHERLANDS - 9/18/2014


POP
Mauro Biani




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Referendum in Scotland (BADO'S-BLOG)






Sotto il kilt? vignette per il referendum dell' indipendenza della Scozia (FANY-BLOG)

venerdì 19 settembre 2014

Premio Galantara 2014

Un’edizione certamente “diversa” quella del Premio Galantara 2014.
 Per la prima volta, si è svolta in 2 sessioni.
 La prima - lo scorso 6luglio - dedicata a Franco Bruna e Franco Origone (due straordinari artisti recentemente scomparsi) ha costituito l’occasione per inaugurare la mostra “I Franchi tiratori del sorriso” che è rimasta esposta per tutta l’estate con notevole successo di pubblico.
La seconda – sabato 20 settembre – darà l’occasione di incontrare l’arte di Sergio Staino e Stefano Benni, ma anche artisti emergenti e giovani ricercatori. Tutto nel nome della creatività e della comunicazione satirica.


COMUNICATO STAMPA
IL TEATRO COMICO DI STEFANO BENNI AL PREMIO GALANTARA 2014
L’ INTERPRETAZIONE DELLE BRAVE ELENA BAROGLIO E
FRANCESCA DI NICOLA, CON ‘ACCOMPAGNAMENTO DEL
CONTRABBASSISTA ROBERTO BELLATALLA

Si concluderà con una pregevole rappresentazione di teatro comico d’autore (non a caso targato
Stefano Benni) la fase finale del Premio Galantara 2014 in programma sabato 20 settembre al
Teatro Nicola Degli Angeli di Montelupone.
Difatti dopo l’intervento ammaliatore e la premiazione del grande artista satirico Sergio Staino e del
giovane ricercatore Giorgio Galeazzi, le scene saranno calcate dalle belle e bravissime attrici
Elena Baroglio e Francesca di Nicola che interpreteranno l’atto unico PROFILI DI DONNE LUPO (È quasi luna. Due donne e un contrabbasso)” tratto da Le Beatrici e Teatro 2 del Maestro
Stefano Benni, anch’esso premiato dal Centro Studi Galantara nell’ambito della Biennale d’Arte
Satirica dedicata All’artista monteluponese.
L’accompagnamento musicale è affidato ad un contrabbassista di livello internazionale come
Roberto Bellatalla.
Particolarmente apprezzabile la regia, curata da una delle attrici, Francesca Di Nicola, mentre i
costumi sono curati da Daniela Pellegrini.

LE MOTIVAZIONI

Consegna del PREMIO GALANTARA 2014 a

– SERGIO STAINO, “per il suo alto magistero nell’arte satirica”: autore, disegnatore, regista, ideatore del celebre personaggio “Bobo”, direttore del settimanale “Tango”, per il suo riconosciuto magistero nell’arte satirica espresso con impegno costante.

– STEFANO BENNI, “per il teatro comico d’autore”: per la sua originale produzione teatrale contraddistinta da fantasia, umorismo e satira e a Elena Baroglio, Francesca Di Nicola, Roberto Bellatalla sapienti interpreti di alcune sue opere.

– GIORGIO GALEAZZI, “premio speciale ricerca storica” per l’ampio e approfondito studio sulla stampa satirica del Primo Novecento condotto nell’ambito del progetto formativo del Centro Studi Galantara in convenzione con l’Università di Roma Tre.



L’inizio è alle 17,00. L’ingresso è libero.
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Info: Centro Studi Galantara, tel. 347.6322917, e-mail: centrostudi@galantara.it, www.galantara.it
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