venerdì 28 aprile 2017

L'Italia risale al 52esimo posto nella classifica sulla libertà di stampa.

Italie 52 : Sous protection policière

Six journalistes italiens sont toujours sous protection policière 24h/24 après des menaces de mort proférées notamment par la mafia ou des groupes fondamentalistes. Le niveau des violences perpétrées contre les reporters (intimidations verbales ou physiques, provocations et menaces…) est très inquiétant d’autant que certains responsables politiques – comme Beppe Grillo du Mouvement 5 étoiles (M5S) – n’hésitent pas à communiquer publiquement l’identité des journalistes qui les dérangent. Les journalistes subissent des pressions de la part des politiques et optent de plus en plus pour l'autocensure : un nouveau texte de loi fait peser sur les auteurs de diffamation contre les politiciens, magistrats ou fonctionnaires des peines allant de six à neuf ans de prison. De nombreux journalistes, notamment dans la capitale et dans le sud du pays, se disent toujours sous la pression des groupes mafieux et des organisations criminelles locales.






Italia/ Reporter Senza Mestiere
di Nadia Redoglia

Da sempre Reporter Senza Frontiere formula il criterio per “Libertà d’Informazione” con scrupolosi parametri, dovizia di pesi e misure che applica scientemente per 180 Paesi, dal migliore al peggiore. Dunque RSF è attendibile.  L’Italia per il 2017 si piazza al 52esimo posto, 25 salti in su dal 77esimo dell’anno scorso. Nel  promiscuo carrozzone tra media, politici, avatar e neologismi schizofrenici, c’è chi esulta e chi insulta.
Chi ha veramente a cuore il sacro diritto di libertà di stampa anche quest’anno prova un po’ di pena e vergogna. Eh sì perché il primo parametro che dovrebbe allarmare è la risposta alla domanda: come si piazza il nostro Paese rispetto ai suoi omologhi per condizioni di vita in stato di diritto, di benessere e pil? Al 52esimo, appunto. In grafica lo troviamo nella fascia arancione, come il Brasile, che significa: in stato di evidenti problemi. Oltre al top in fascia bianca nordeuropea (pochi ma buoni) si estende la gialla (piuttosto buona) di Francia, Regno Unito, Spagna, Portogallo, Canada Stati Uniti, Australia, fascia cui noi dovremmo appartenere per sentirci (essere), in quanto stato di diritto, liberi nell’informare e informarci, almeno secondo “norma” da fascia gialla. Migliori rispetto all’Italia invece troviamo: Giamaica(8) Estonia(12) Namibia(24) Cile(33) Belize(41) Burkina Faso(42) Botswana(48) Argentina(50).
Però Haiti è il primo subito dopo noi. C’è di che compiacersi.






Vauro

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Nota:  nel resto del mondo

Libertà di stampa mai così sotto minaccia: l'analisi di Reporters sans frontières
La Polonia di Jaroslaw Kaczynski che ha cercato di zittire numerosi organi di stampa indipendenti critici sulle sue riforme, ha perso sette posizioni nella classifica 2017, ora è al 54° posto. L' Ungheria di Viktor Orbán peggiora ancora, è slittata al 71° posto.

Ultima assoluta, come negli ultimi anni, al 180° posto, la Corea del Nord, preceduta da Turkmenistan ed Eritrea. Male anche Messico (147) e Turchia (155). Nel paese guidato col pugno di ferro di Erdogan "si vive in una spirale repressiva senza precedenti in nome della lotta contro il terrorismo. Lo stato di emergenza consente alle autorità di liquidare il tratto di penna decine di mezzi di comunicazione, riducendo il pluralismo in pochi giornali a scarsa circolazione. Decine di giornalisti sono arrestati senza processo, rendendo la Turchia la più grande prigione al mondo per i professionisti dei media", così Rsf.

In testa alla classifica restano sempre i paesi del Nord Europa, ma la Finlandia cede il primo posto che deteneva da 6 anni alla Norvegia, a causa di "pressioni politiche e conflitti d'interesse".

Free Press
© Kal

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